mercoledì 9 settembre 2009

Di Sinfonie, Orgasmi e Maiali



Oggi sono stato ad un concerto. Di musica classica, al Conservatorio di Milano. Mi hanno invitato all'ultimo momento e non ho saputo dire di no. Era un concerto della rassegna MiTo condotto da Diego Matheuz, Direttore d'Orchestra venezuelano, di 25 anni, appena uno più di me. Un allievo di Abbado, tanto per dire. La sala era strapiena di gente, e l'atmosfera mi sembrava positiva. Sono sincero, non sono un cultore della musica classica. Insomma, ho le basi, se mi si parla di movimenti e di allegro vivace o andante riesco ad annuire convinto come se fossi l'espertone di turno, ma se mi si chiede di nominare tal autore o tal opera bofonchio qualcosa mentre mi allontano con fare distaccato. Ora, il programma del concerto prevedeva tre brani. La prima era l'ouverture del Guglielmo Tell di Rossini. Si, forse, non lo so, l'avrò sentita. Ecco, si, l'avevo sentita, eccome. E' stata la suoneria del mio cellulare quando avevo 14 anni. E' stato uno dei pezzi che più ho amato di Fantasia. Ma vederlo dal vivo, seguire le mani del Direttore, i musicisti accompagnare con il corpo lo strumento, vederli acquattati poco prima di attaccare, neanche fossero dei felini a caccia, beh, è stato come un orgasmo. Un orgasmo lungo circa 12 minuti, circa la metà dell'orgasmo medio di un maiale. E allora mentre godevo con le lacrime agli occhi di quanto l'umanità sia grande, mi sono venuti in mente i maiali e la domanda che mi faccio da sempre riguardo al loro epico orgasmo: Ma è proporzionato all'amplesso? Perchè se il caro Signor Maiale riesce a malapena ad entrare e poi resta lì con la faccia da pirla tipo "Jizz in My Pants" per più di venti minuti, beh, francamente non è che lo invidi più di tanto. Comunque, mentre ero lì ad avere un orgasmo uditivo ma soprattutto visivo (sarò strano, ma la cosa che preferisco in un concerto del genere è seguire i musicisti con lo sguardo un attimo prima che comincino a suonare) e pensavo ai maiali, mi sono ricordato che oggi LEI mi ha confessato che sì, ha cominciato ad andare a letto con il suo nuovo ragazzo. Ed è arrivata una fitta al cuore, che ho scacciato con veemenza. Così ho deciso di tenere il conto, di tutte le volte che sento una fitta al cuore pensando a lei e lui in preda a lascivi piaceri. Sono 11, stando agli ultimi sondaggi. E non è poi tanto male. Le fitte al cuore sono estemporanee e controllabili, non più costanti e distruttive. Sto guarendo, forse. Ma ho ancora bisogno di lei, sia in termini utilitaristici (se non studio con lei col cazzo che mi laureo) che affettivi (cazzo, dopotutto è ancora il perno intorno a cui ruoto) e quindi continuo a vederla tutti i giorni tutto il giorno. E a fare le cose che facevamo prima, senza il sesso o i bacini. E continuo a coccolarla, e viziarla. Lo ammetto, ogni tanto mi sento un po' Servo della Gleba ma lo affronto col sorriso sulle labbra. Questo mese finirà, si avranno i verdetti sulla mia carriera accademica, positivi o negativi che siano, e poi arriva il RESET. A cosa porterà, non lo so, ma sono eccitato e curioso.

Nel frattempo, auguro a Lui di godere come un maiale. E chi ha orecchie per intendere intenda. E gli altri, chissà

- Vuoi che mi metta una scopa in culo, così ti ramazzo la stanza?
Faso in "Servi della Gleba" - Elio e Le Storie Tese