sabato 30 aprile 2005

Ho comprato una giacca nuova

Nera, fa tanto Dylan Dog. Mi manca una camicia rossa e poi vado a fare i cosplay. Si, Biondo e con gli occhi azzurri...


Ho comprato una giacca nuova
e per la strada nessuno fa:
"Guarda, guarda che giacca nuova
sulle spalle di quello là"
La folla anonima
che rende anonimi
quasi invisibili
così cosà

Ripropongo la giacca nuova
e per la strada nessuno fa:
"Guarda, guarda che giacca nuova
sembra la fodera di un sofà"
Basta resistere, basta ripetere
fissare un codice
così si fa

Ho portato la giacca nuova
per tanti anni e la gente fa:
"Vedi vedi che giacca nuova
forse è uno del varietà"
più che carezze vuole certezze
il mondo vuole
chissà chissà

Si ma io con la giacca nuova
non lavoro nel varietà
sono uno con la giacca nuova
questa è l'unica verità
così si offendono
e si rivoltano
e ti sgambettano
sarà sarà
poi dopo un attimo
si ricompongono
dimenticandoti
la strada va...




Paolo Conte, La vecchia Giacca Nuova, Elegia, 2004

giovedì 28 aprile 2005

Casa!

Tornato a casa dopo quasi una settimana giù. Cazzo, non ci passavo così tanto tempo, escluse le feste "comandate", da... boh, credo di non averlo mai fatto. In ogni caso mi devo ricredere. Ero ansioso perchè pensavo di annoiarmi e di litigare in continuazione con mio padre, invece è andato tutto bene e mi sono anche divertito, mi ha fatto proprio piacere vedere gli amici. Secondo me devo attribuire questo "divertimento" al fatto che ho visto solo quelli a cui sono più legato. Niente imbarazzi, silenzi, tutto come una volta. Ci tornerò più spesso, è una promessa che faccio a me stesso. Alla fine i miei, mario in particolare, in casa non ci sono mai. Però so che a loro basta anche solo sapere che io sono svaccato sul divano a drogarmi di sky per sentirsi meno soli. Che carini...


E poi ho anche fregato una fotocamera digitale a mio padre... Mia madre gliel'aveva regalata per l'onomastico e lui non l'aveva neanche aperta. Diciamo che non è proprio adatto a simili diavolerie. Ora mi godo un paio di giorni di solitudine, ho detto a tutti che sarei tornato sabato. Cercherò di riprodurre l'aria di montagna respirata da hakuin, impresa impossibile, ma per fortuna posso vantarmi di avere un po' di fantasia.


La cosa che rimpiango di più di eboli, una cosa che proprio non riuscirò a trovare nè a bologna nè a ferrara? Eccola:



Ok è una pizza. Ma non è una pizza qualunque. E' l'ortolana de "Il Rosso e il Nero":



  • Un quarto melanzane

  • Un quarto peperoni

  • Un quarto patate e prosciutto

  • Un quarto broccoli e salsiccia


Pochi euro di puro godimento gastronomico.



Un vitello siciliano torna a casa dalla moglie dopo una dura giornata di lavoro:


- Cara, Sono tonnato!


Barzelletta orrenda, veramente vecchia

martedì 26 aprile 2005

Il Mistero di Luigino.

Ero lì, nella stanza delle mie prime esperienze sessuali, a sfogliare un libro pieno di immagini colorate, sapete, tessuti vari, viola, rosa e blu.


Insomma ero lì, bello tranquillo, leggevo con disinteresse le didascalie alle immagini tutte uguali: "Uhm... tendine." "Re-uhm... rene" quando ad un certo punto accadde l'imprevisto: una voce dal di là, ad occhio e croce camera della nonna, mi riportò alla realtà. Vieni, disse, vieni. Facciamo un ritorno al passato. Memore delle gesta di Doc, passai dal bagno e mi diedi un'ingellata sul ciuffo, giusto per presentarmi con l'aspetto adatto.


Giunto a destinazione, osservai bene la stanza. Niente di nuovo, soliti armadi enormi, con comò annesso, vecchia tv su vecchio mobile, letto, non più rialzato ma ad altezza nano, la mitica poltrona a dondolo e... beh, mia madre, chi altri. Armeggiava con uno strano arnese, grigio, in metallo, emanava un odore di stantio che neanche la sindone. Insomma, mi adagiai sul letto e tentai di capire bene cos'era quell'arnese. Sembrava proprio un proiettore... e infatti era proprio un proiettore. Di quelli vecchi, da super8.



Cercai di alzarlo e a momenti ci restavo secco. Eh, li facevano robusti. Insomma, chiesi alla genitrice cosa ci faceva con tale affare. "Voglio vedere se trovo il filmino di quando il papa mi fece la comunione" fu la risposta. Ecco. L'ossessione continua. Cominciammo a cercare, tra varie pellicole, gite a capri, lago laceno, roccaraso e matrimoni. Infine lo trovammo. Montare la pellicola non fu difficile, Anna era piuttosto brava a maneggiare quell'affare, memore, come io di doc, delle volte in cui il buon Zisho (l'originale) le faceva vedere un filmino con topolino, paperino col becco lungo, stanlio e ollio, charlie chaplin e persino harpo marx. In effetti, la prima che montammo fu proprio il cartone animato appena citato. Sapete, per evitare di danneggiare il reperto storico. Quel video era uno spasso. Giocavano tutti a polo, e ad un certo punto il papero inghiotte la palla, e tutti cominciano a prenderlo a mazzate per vincere la partita. Veramente uno spasso.


Chiusa la parentesi cross-disneyana, passammo alla visione della reliquia. Trenta secondi scarsi di passeggiata, con benedizioni varie e abbracci ai bambini. Era davvero giovane, Karol, e mia madre portava una candela più grande della sua testa.


Esaltati dall'esperienza, ci tuffammo in varie altre pellicole, le gite e i matrimoni di cui sopra.


"Guarda mia nonna, e mio nonno, com'era bello... Uh! I passeggini che ci regalarono per la befana! Il mio era bianco con la copertina azzurra, quello di marina era blu con la copertina rosa...."


"Il cane! Il nostro primo cane, era troppo intelligente, apriva le porte con la bocca."


"Eh, tuo nonno, sempre con la sigaretta in bocca. Guarda, anche la nonna faceva finta di fumare. Si sentiva un'attrice."


"Eh si, papà era fissato con le cose elettroniche... Guarda, la lavatrice, il frigorifero, il forno, il frullatore, l'aspirapolvere..."


"Ah, questa è la gita a capri, sai perchè io e la zia eravamo lì? La vedi la biondina dietro? Ecco, piaceva a tuo zio e ci siamo messe lì perchè lui la voleva riprendere. Era proprio sfacciato, guarda guarda il primo piano!"


- Questo è il matrimonio dello zio?


- Si, com'eravamo giovani...


- AHAHAHAHAHAHAHAH Ma quel buffone è mio padre? Guarda là com'è spavaldo con gli occhialoni... Belli, che fine hanno fatto?


- Boh, li avrà buttati...


- HA BUTTATO DEI RAYBAN A GOCCIA DEL 74??????


- Si, li volevi tu?


- Lascia perdere.


- E questo cos'è... quella macchina rossa... ODDIO! FILIPPO! Quello è il mio primo ragazzo... stiamo andando in montagna, tutta la famiglia... Mamma mia, questo video meglio che lo faccio sparire sennò tuo padre chi lo sente...


- Eri innamorata?


- Mi piaceva molto, ma poi mi sono stufata.


E così proseguimmo, tra una gita e l'altra, tra smorfie di mio nonno e ammiccamenti alle giovincelle di mio zio, con fugaci apparizioni di fidanzati e amanti, persino un tizio che fotografava in continuazione la nonna. Svariati filmini, tutti montati con estrema cura sul proiettore da sessanta quintali, tutti destinati a rompersi più o meno a metà proiezione.


Ora che la ricerca della reliquia papale era terminata, avevamo bisogno di nuovi stimoli, e la mancata presenza del matrimonio grazie al quale io mi ritrovo qui in questo momento, era proprio ciò di cui avevamo bisogno. Immersi nelle pellicole, cercando di capire se davvero le diciture rappresentassero ciò che dovevano, scovammo infine una bobina senza nome, e con sommo giubilo verificammo che si trattava davvero del sopracitato sposalizio. Vedere i miei genitori e vari altri parenti giovani e belli suscitò in me un gran senso di benessere, trasformatosi ben presto in somma ilarità quando marina, sorridente e sgambettante all'uscita della chiesa, si ritrovò dopo pochi secondi con la testa nel selciato, dopo una rovinosa caduta dalla lunga scalinata. Charlie Chaplin, Harpo Marx, Buster Keaton. A colori, però.


Dopo la visione del matrimonio, decidemmo che era tempo di riporre le reliquie, familiari stavolta, e non solo papali. Ad un tratto però, fummo presi da sgomento. Una bobina, nella sua bella custodia di plastica azzurra, ci guardava con aria di sufficienza, strafottente, ma anche un pelo imbarazzata, probabilmente perchè ignara del motivo della sua presenza fra le altre. Recitava "18/10/78 -  LUIGINO"


- Lugino? E chi è sto luigino?


- Boh, proviamo a vedere!


E lì, lì ci ritrovammo a dover affrontare numerose avversità. Innanzitutto, scoprimmo ben presto che l'aria di strafottenza della bobina era sofferenza, dolore. L'appendice che le permetteva di adagiarsi sul fermo del proiettore era rotta, e così non riusciva a muoversi all'unisono con esso, risultanto alquanto scoordinata. Inoltre, l'altra appendice che teneva ferma la pellicola era andata. Essa si srotolava in continuazione, proprio come fanno quei metri a molla quando vengono aperti. Per superare tale ostacolo, srotolammo l'intero nastro sul supporto da riavvolgimento del proiettore, e lo rimontammo su un'altro supporto non mutilato. Appena terminata tale opera (mai vista pellicola tanto lunga) ci ancingemmo a montarla sul proiettore, attraverso i vari pertugi e anfratti che le permettevano di muoversi con naturalezza. Ma ahimè, notammo che il nastro non era d'accordo con noi. Lo si poteva quasi sentire esclamare "NO NO!" mentre tentavo invano di fermarlo intorno ad una delle rotelle dentate. Mia madre, con aria di sufficienza eguale a quella dell'ormai famoso nastro, sostenne che sì, era bloccato, che tutto sarebbe andato bene. Avviammo il proiettore, e con ancor più sgomento di prima notammo che la pellicola era immobile, e mostrava un paesaggio anonimo mentre il proiettore cercava di fare il proprio lavoro.


Provammo, e riprovammo, e ritentammo. Tutto, ahimè, invano. Nulla si poteva, la pellicola non seguiva il proiettore. Cercammo di farla muovere manualmente, e ottenemmo solo una serie di paesaggi anonimi sfocati, e qualche automobile da corsa sfrecciare, si fa per dire, tra strette strade di montagna. Di luigino non c'era traccia. Mesti, decidemmo di riavvolgere il nastro e finalmente riporre il tutto. Fu allora che mi accorsi che detto nastro era ben più grande degli altri, e che la bobina non era rotta, no, non era sofferenza, ma davvero strafottenza e aria di SUPERIORITA'! Essa, datata 1978, era be più nuova delle datate compagne  di scatola, e il nostro proiettore con amarezza ammise di non essere in grado di leggere tale prodigio della tecnica.


Fu così che riponemmo tutto l'armamentario, facendoci aiutare da un gruppo di giovanotti ben piazzati per spostare il proiettore. E fu così che terminò quel pomeriggio di poche ore fa, un pomeriggio indimenticabile, segnato per sempre dall'ombra di Luigino.



Susi: Zisho, basta riprendermi!


Dieci minuti dopo


Susi: Zisho, guarda, guarda che bel lampadario! E com'è buono questo vino! Mi stai riprendendo vero?


Primo Filmino (ovviamente muto), 1962

venerdì 22 aprile 2005

Fuori sede.

Ed eccomi qui, reduce da un pasto pantagruelico cominciato ad un'ora un po' tarda. Sono in quel di eboli, ridente cittadina nel salernitano che mi ha ospitato per ben 18 anni della mia breve vita. Insomma, sono tornato a "casa". Starò qui fino al 26, non ci venivo da natale. Non mi piace venire qui e non lo nego, mi annoio e litigo spesso con mio padre. Ma in questi pochi giorni sarò il più tollerante aperto e disponibile possibile, loro si sentono solissimi ora che anche io sono andato via di casa... E' proprio questo il motivo per cui sono venuto, voglio tener loro compagnia. E infatti tra 10 minuti vanno a napoli e torneranno a notte inoltrata :D


A me non disturba affatto, stasera mi mangerò qualche schifezza che mia madre ha comprato (ho già adocchiato svariati sofficini e quattro salti in padella, oltre a budini/mousse/creme caramel di ogni forma e marca) e mi fossilizzerò davanti alla nuova tv supermegaultrafigaundsborona al plasma, sintonizzato ovviamente su sky. Poi domani sentirò i miei amici, la maggior parte dei quali non si è spostata oltre napoli per l'università...


E proprio della vita universitaria "Fuori sede" ho parlato oggi con una mia amica di roma, alla quale avevo mandato un sms (uno di quelli di cui parlavo qualche post fa, quelli che fanno partire le seghe mentali) mentre ero in attesa che il treno partisse da roma termini. Vorrebbe fare giornalismo, ma arrivarci tramite lettere, perchè scienze della comunicazione a roma fa schifo. Quando le ho detto di cambiare città, mi ha risposto che un grosso cambiamento come quello di cambiare città la spaventa, soprattutto perchè questo è un bel periodo per lei... Cambiamenti, ciò che dicevo poco tempo fa... Le ho risposto che il cambiamento presto o tardi arriverà comunque, e che magari un "grosso" cambiamento potrà portarla su una strada diversa, magari più interessante, o meno, o più facile, o difficile, insomma diversa e basta.


Finchè si è neo-post-adolescenti il proverbio della strada vecchia nella sua visione pessimistica non può essere applicato. C'è sempre tutto da guadagnare.


Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia, ma non sa quel che trova.


Proverbio Popolare

martedì 19 aprile 2005

Il peggio del peggio.


Be-ne-det-to!


Be-ne-det-to!



Mor-to Su-Bi-To!!!!

Mor-to Su-Bi-To!!!!



 


 



 


Ratzinger ha più volte dimostrato di essere conservatore almeno quanto Wojtila. E' contro gli omosessuali, contro i contraccettivi e contro la ricerca e l'aborto. E non credo che divenuto papa smetterà di pensare a queste cose. La cosa che mi spaventa è che lui, a differenza di Karol, non è un grande comunicatore, non è un attore nato. E' diretto, schietto, sincero. Chi scherza sul dittatore, sulle SS etc, non ci va mica poi tanto lontano. Non perchè sia un nazista o cose del genere, ci mancherebbe, ma è serio, dal pugno fermo. Le sue idee non sono lontane da quelle di Giovanni Paolo II, ma Benedetto XVI le esporrà in modo diverso, facendole risultare più evidenti alla massa.

O almeno, questo è quello che dovrebbe succedere se Ratzinger continuerà a comportarsi come ha sempre fatto nel corso della sua carica cardinalizia.


Voglio viaggiare!

Sento un bisogno estremo di andare da qualche parte. La gran bretagna sarebbe l'ideale, ma boh, mi accontenterei anche di una qualsiasi città turistica italiana. Voglio fare il turista, fare delle foto idiote e vagare senza meta in una città famosa ma sconosciuta. Non c'è un motivo particolare, mi va e basta.


Certo, parlare con marta e sapere che oltre al viaggio in marocco di qualche settimana fa è stata pure a monaco e tra qualche giorno va a berlino aiuta ad aumentare la mia bramosia di partire, nonchè aumenta istinti omicidi ispirati dall'invidia. Uffa. Voglio viaggiare.


 Domani faccio il turista a ferrara.


Richard: Viaggiamo tutti migliaia di miglia per finire in un posto che ha tutti i comfort di casa propria, e allora cominci a chiederti: Ma che senso ha tutto questo?


The Beach, 2000

lunedì 18 aprile 2005

Sveglio.

Sveglio, quasi alle 5 del mattino. Ormai è routine. Franz e ari sono andati via un'ora fa. Routine anche questa. Voglia di andare a ferrara pari a zero. Routine.


Domani, cioè tra un paio d'ore, non andrò, come scusa ho 4 lavatrici da fare e una da stendere, intera cucina da mettere a posto. Poi andare a vedere che fine ha fatto il mio ordine alla feltrinelli e tentare di trovare un biglietto per andare giù il 22.


 


Oggi giornata all'insegna dei film. Mi sono svegliato ad un orario ignobile, ho mangiato, e mi sono fatto una mini maratona su kubrick, visti full metal jacket e shining. Sentire cantare i soldati


"M - I - C - K - E - Y M - O - U - S - E" mentre Joker si congeda dal pubblico è sempre un'esperienza splendida. Poi sono arrivati i piccioncini di cui sopra e gli ho fatto vedere memento. Solita discussione tipica dopo quel film e poi sono andati via. Ora è un po' che cazzeggio, ma credo andrò a letto, forse comincio un libro, tal "La Misteriosa Fiamma della Regina Loana" di Umberto Eco. Non ho la più pallida idea di come sia, so solo che è pure illustrato. Vedremo.


 


Leonard: Devo credere in un mondo fuori dalla mia testa. Devo credere che le mie azioni hanno ancora un senso, anche se non riesco a ricordarmele. Devo credere che quando i miei occhi sono chiusi, il mondo è ancora lì. Credo che il mondo sia ancora lì? E' ancora là fuori? Si... Tutti abbiamo bisogno di specchi che ci ricordano chi siamo. Io non sono diverso.


Memento, 2000

domenica 17 aprile 2005

La schivata



di Abdel Kechiche


con Sara Forestier, Osman Elkharraz


Film sperimentale vissuto davvero dal regista e dai suoi giovani attori, "La Schivata" racconta la storia di alcuni ragazzi della perfieria francese, con le loro vite semplici, i soliti sentimenti, mischiati ad una farsa teatrale che preparano per la recita di fine anno.



Il romanaccio italico cerca di sostituire lo "slang" della periferia francese, risultando però quantomai fastidioso e spesso ridicolo, contrapposto al formale linguaggio della burlesca commedia di Marivaux. Ma da questo si potrebbe forse intuire che anche il linguaggio, in patria, fa parte del contrasto tra il mondo reale e la farsa, dove i personaggi fingono di essere ciò che non sono, dove saper sventolare un ventaglio è simbolo di alto ceto sociale. I ragazzi si divertono doppiamente. A teatro, e nel ruolo di tipici adolescenti di qualsiasi paese, e fa tenerezza vedere come ogni tanto scappa qualche sorrisetto di troppo. E loro non sono i soli a divertirsi. Si diverte il regista, con primi piani in cui si compiace dei suoi pupilli, con cui (e scusate se mi ripeto ancora) si è divertito a creare ogni cosa. E tutto questo divertimento contagia anche lo spettatore, che assiste ad una banalissima storia di vita vissuta, vera e sincera, e così, divertito, si arrabbia quando vede che l'unico che non prova lo stesso è Krimo, che balbetta, lascia scorrere parole senza enfasi, non riesce a guardare negli occhi la ragazza di cui è innamorato (splendida Sara Forestier) e infine rinuncia, alla commedia e a lei, ma non all'amore, lasciando quell'amaro in bocca e quella consapevolezza che troppo spesso, da adolescenti (ma anche dopo) questo sentimento che ti riempie e ti abbaglia, rovina qualunque cosa gli si trovi intorno.



Professoressa: Non hai l'aria di divertirti. Ma ti piace, ti diverti a recitare o no?


Krimo: si...


Professoressa: C'è del piacere in questo, deve esserci del piacere ad uscire un po' da se stessi! Esci da te! Va bene? Divertiti, c'è del piacere in questo.. Cambia linguaggio, cambia maniera di parlare, cambia maniera di muoverti , e compiaciti!


La schivata, 2003

sabato 16 aprile 2005

Cambiamento... ?

La vita è in continuo cambiamento. Nessuno può dire il contrario, neanche la persona che ha la vita più piatta e banale di tutti può cercare di affermare che la sua vita "non cambi". Per il semplice fatto che questa continua, essa cambia.


I cambiamenti sono tanti, e quelli su cui ci focalizziamo la maggior parte delle volte sono quelli che caratterizzano i nostri rapporti sociali.


"Ho conosciuto tal tizia/o"


"Ah."


"Boh, sembra simpatica/o. Sabato prossimo usciamo,  così finalmente cambio un po', mi sono rotto/a dei soliti posti."



Tanto per fare un esempio qualunque.


Credo che l'età dei maggiori cambiamenti "sociali" sia proprio quella in cui mi ritrovo ora. Nuovo ambiente, (spesso) nuova città, riciclo dei "compagni di scuola", nuove conoscenze, nuove abitudini, nuovi desideri/aspirazioni/bisogni.


Io di cambiamenti ne ho fatti, eccome. E probabilmente ce ne saranno altri, anzi sicuramente. In effetti questa "riflessione" sui cambiamenti mi è venuta pensando che a maggio, al 90%, mi trasferisco a ferrara. Beh, è decisamente un gran cambiamento. Non è più vivere con mia sorella, con tutti i problemi di cui ho già parlato tempo fa, ci sono nuove responsabilità, e nuovi stili di vita da accettare, proprio stile da farsi accettare, problemi più difficili da affrontare, semplicemente perchè non si tratta più di un familiare, ma di persone diverse, ancora da conoscere a fondo, e... e sono veramente eccitato da questa cosa :D So che ho parlato solo di "problemi", ma per me non sono tali, sono stimoli. Sono nuove esperienze, cose che non vedo l'ora di affrontare. Vivere in una vera casa universitaria è decisamente diverso da vivere con la propria sorella. Quindi si prospetta un grosso cambiamento,  a cui si uniscono anche nuove amicizie, che per ora sono solo "conoscenze". E dal grosso cambiamento volo ad un cambiamento "minimo", ovvero la reorganizzazione dei libri nella mia stanza. Sulle librerie prima c'era gran confusione e zero spazio, oggi da brava massaia ho cercato di fare ordine e sono abbastanza soddisfatto. Volevo spostare i Dylan Dog (in vertiginoso aumento, comprati 20 in 2 giorni...) ma dopo averlo fatto li ho rimessi subito sulla mensola gialla. Ormai il loro posto è quello.


Stasera teoricamente doveva esserci una pizza con dvd annesso a casa di qualcuno, poi è saltato tutto e quindi mi sa che resterò a casa a scrivere.



Randall: La senti? C'è aria di.... CAMBIAMENTI.


Monsters Inc., 2001

martedì 12 aprile 2005

!


Cazzo, ecco cosa significa essere una blogstar. Ma cose da pazzi.


zisho: sono sconvolto.


Troppo spesso, 1985-2005 e oltre.

lunedì 11 aprile 2005

Canzone del giorno.

La canzone di oggi merita un discorso a parte. Si tratta di "Plea from a cat named virtue" dei Weakerthans, gruppo canadese che ho recuperato tramite un amico in un negozio di parma che ha un sacco di roba introvabile altrove. Non che siano degli dei della musica, ma sono piacevoli da ascoltare, e poi l'album "Reconstruction Site" e questo brano in particolare sono veramente geniali.


Geniali per la maggior parte dei testi, ovviamente, perchè a livello musicale non c'è niente che vada fuori dai canoni.


"Why don't you ever wanna play,
I'm tired of this piece of string..
You sleep as much as I do now
And you don't eat much of anything..
I don't know who you're talking to,
I made a search trough every room,
But all I found was dust that moved
In shadows of the afternoon.
And listen,
About those bitter songs you sing,
They're not helping anything,
They won't make you strong.
So we should open up the house,
Invite the tabby two doors down,
You can ask your sister if
She doesn't bring her basset-hound..
Ask the things you shouldn't miss,
The tape-hiss and the modern man,
The cold war and card catalogues,
To come and join us if they can
For girly drinks and parlour games,
We'll pass around the easy life,
Of absolutely no regrets,
And later maybe you could try
To let your losses dangle off
The sharp edge of the century,
Talk about the weather or
How the weather used to be.
And I'll cater
With all the birds that I can kill,
Let their tiny feathers feel
disappointment..
Lie down
Lick the sorrow from your skin,
Scratch the terror and begin
To believe you're strong.
All you ever want to do is drink and watch tv,
And frankly that thing doesn't really interest me..
I swear I'm gonna bite you hard
and taste your tinny blood,
if you don't stop the self-defeating lies
You've been repeating since the day you brought me home,
I know you're strong..."


Il gatto che cerca di svegliare il padrone dall'accidia che lo sta ammazzando... lo dico sempre io che i gatti sono troppo intelligenti.


"I know, you may roll your eyes at this...


But I'm So glad that you exist."


"The Reasons", The Weakerthans, 2003

Come volevasi...

... dimostrare.


Il lunedì mattina freddo nebbioso e piovoso mi ha sconfitto. Ennesima vittoria per lui, ennesima assenza per me, bell'addormentato fino ad un'ora fa. Ora mi guardo un po' di lucidi di istologia e cerco di riprodurre in vitro (ah, ma come sono brillante oggi) un paio d'ore di lezione. Nel frattempo l'aria di casa è irrespirabile. Lilly sta pitturando una libreria Ikea, credo si chiami Strunglund o qualcosa del genere... Bel colore, ma l'odore che emana ricorda vagamente il cane bagnato.



Mike: Ehi, mi dai il tuo odorante?


Sally: Si, che preferisci, "miasmi d'oriente" oppure "acqua fetida"?


Mike: Ce l'hai "tozzo al sole"?


Sally: No...


Mike: E "cane bagnato"?


Sally: Si... Impuzzolentiscitici!


Monsters Inc., 2001

Presto.

E' presto, veramente presto. Ma credo che andrò a letto, e passerò almeno due ore a ripetermi "domani vai a ferrara", perchè il pensiero che domani mattina la pioggia continuerà a cadere beffarda mi sconforta e mi fa venire voglia di vegetare. Che poi in realtà io adoro la pioggia. Ma siccome come ho già detto odio il lunedì, il fattore pioggia aggiunto non può che comportare un odio ancora più profondo, soprattutto se consideriamo la variabile "sonno" e la postilla "7 del mattino". Poi aggiungiamo il fatto che io non ho ombrelli in casa perchè odio gli ombrelli almeno tanto quanto odio il lunedì e le tisane al ribes, ed ecco pronta la scenetta di un povero sfigato che gira come uno zombie per le strade di bologna, sotto la pioggia e senza ombrello. Che poi il tragitto fino alla stazione non è un problema, fino alla fermata dell'autobus sono praticamente tutti portici. Il problema sorge a ferrara, che di portici non ne ha. Rabbrividisco solo all'idea di una ferrara immersa nella nebbia, nel freddo e sotto una pioggia pungente. Ci sono già passato quest'inverno, e sono sopravvissuto. Ma non credo che questo ritorno possa essere superato facilmente. Chissà. Ora prima di andare a dormire vado a farmi una doccia, perchè ho i capelli ridotti in poltiglia dalla pioggia che mi sono beccato oggi per andare al lumière a vedere nuovo cinema paradiso con marta e le sue amiche. Però ne è decisamente valsa la pena.



 



Alfredo: Prima o poi arriva un tempo che parlare o stare muti e' la stessa cosa. E allora e' meglio starsi zitti.


Nuovo Cinema Paradiso, 1989

domenica 10 aprile 2005

mph.

Discreta giornata di merda, almeno metereologicamente parlando... Piove da non so quanto tempo, i palazzi sono tutti a chiazze più scure, i piccioni cercano di ripararsi inutilmente sotto le grondaie... Piove e fa freddo. E così i miei buoni propositi di andare ai giardini a studiare vanno a farsi fottere. Il che però non significa che studierò in casa, ovviamente. Osserverò la pioggia e cazzeggerò fino a che non andrò a letto, che domani è lunedì e io, banalmente, odio il lunedì. Che ci volete fare, non ci riesco. Ci provo a svegliarmi sereno e tranquillo, come faccio tutti gli altri giorni della settimana (beh, quasi tutti), ma di lunedì, dopo essermi macchiato di chissà quali nefandezze poche ore prima, io non riesco a svegliarmi presto. Ed è per questo che anche stasera non uscirò, e così metterò la parola fine a questo week-end all'insegna della vita casalinga, cosa di cui avevo bisogno a dire la verità.


Ieri sera...


Beh, bella serata ieri sera. Due chiacchere con Andrea e mia sorella, poi mi sono visto "la schivata", film francese davvero molto "grazioso". E poi mi sono fatto un caffè e ho aperto il file di "Where is my mind", titolo banale per racconto puerile e ignorante, uno di quelli scritti in momenti di rabbia adolescenziale in cui l'unico desiderio è quello di cambiare vita, sognando città diverse e università, o anche solo l'ultimo anno di liceo. "Where is my mind"  è il mio "incompiuto". So perfettamente come dovrebbe procedere la storia, ma mi ero bloccato perchè non provavo più la rabbia di cui sopra. Stamattina mi sono limitato a correggere praticamente tutti i dialoghi e anche le parti narrate, parole prima messe in bocca ad un ventenne da un quindicenne per fortuna non brufoloso, e ora più o meno coerenti con quello che un ventenne possa pensare. Conto di "lavorarci" anche oggi, perchè l'idea di fondo mi piace molto, basta solo trovare il modo giusto per svilupparla. Come se fosse facile.


Cambiata la canzone del giorno, si tratta di Rain, sempre dalla colonna sonora di Cowboy Bebop.


Roberto: Come spesso accade, la propria città finisce per annoiare, quando cominci a farti un’idea di come sei, come vorrai essere e probabilmente anche di come sarai. Ognuno comincia ad avere quel “male di vivere” raggiunta la maturità, quel male che attribuisce ai locali già frequentati, alle solite facce, alle strade e alle piazze sempre uguali, quel male che porta a provare la sensazione di già visto e vissuto che provoca disagio, insofferenza. E io, infatti, mi trovo benissimo in questo posto. 


 Where Is My Mind, ????

The Jacket


di John Maybury


Con Adrien Brody, Keira Knightley, Jennifer Jason Leigh


"Avevo ventisette anni la prima volta che sono morto."


Così esordisce Jack Starks (Adrien Brody), reduce dalla guerra del golfo e rinchiuso in un manicomio criminale a causa di un omicidio di cui lui è convinto di essere innocente, ma non ha prove per dimostrarlo. Solo due persone potrebbero salvarlo, Jackie e sua madre Jean, a cui aveva riparato un guasto all'auto poco prima di assistere all'omicidio che lo condannerà. Ma di loro non c'è traccia, e Jack, ossessionato dal loro ricordo, sarà costretto a subire le strane terapie del dottor Becker (Kris Kristofferson). Queste terapie consistono nel "riprodurre l'utero materno" rinchiudendo il paziente in un cassetto da obitorio, sotto l'effetto di un calmante (forse), e imprigionato in una camicia di forza (la Jacket del titolo). Seppure distruttiva per Starks, in preda a visioni del passato che si susseguono angosciosamente davanti ai suoi occhi, la terapia produce uno strano effetto non previsto...



Questo film è davvero fatto splendidamente. Gli attori sono eccezionali, in modo particolare il "matto" che ha tentato di uccidere 20 volte la moglie, usando sempre la stessa tecnica, e la regia riesce perfettamente a rendere l'angoscia di Jack durante i suoi primi "viaggi" nel cassetto, la serenità che trova con Jackie, la noia e l'apatia all'interno del manicomio. Bella la trama, che gioca forse fin troppo col tempo, ma restando sempre su binari, sebbene impossibili, pur sempre credibili. Durante tutta la durata della pellicola mi sono trovato "stimolato" dallo svolgimento della storia, che si propone come thriller, sforando spesso e volentieri nel cervellotico e, ovviamente, nel romantico. L'ho apprezzato molto insomma, e mi è piaciuto anche Adrien Brody in un ruolo decisamente meno disgustoso de "Il pianista", uno dei personaggi più fastidiosi e antipatici che il cinema abbia mai generato.


Poi Keira. Lanciata dal gustoso "Sognando Beckham", Keira Knightley ha scelto con cura i film in cui recitare. Prima "La Maledizione della Prima Luna", film tenuto in piedi soprattutto dall'incredibile Johnny Depp, il grosso blockbuster "King Arthur", lo zuccheroso "Love Actually", e infine questo, dove interpreta la parte della ragazza cresciuta male e in fretta, con una vita vuota, ma che tutto sommato tira avanti senza lamentarsi troppo. Splendida, io amo questa donna.



Dr. Becker: Non si può rompere qualcosa che è già a pezzi.


The Jacket, 2005

venerdì 8 aprile 2005

Bang bang.

Dopo due giorni filati di embriologia e genetica studiate seriamente, ho capito perchè voterò si al referendum. Anche se probabilmente avrò un esame il 14 di giugno (a sto punto potevano metterlo a ferragosto, il referendum) mi farò 600 km il giorno prima e andrò a votare.



Sti due giorni mi sono piaciuti proprio, stare tutto il giorno al mammuth è uno spasso continuo. Sono anche riuscito a convincere l'adorabile professoressa di istologia applicata che nonostante non ci sia una mia sola firma sul registro delle presenze, io c'ero alle lezioni. Poi ho scoperto che dal punto di vista gnoccologico ho sbagliato facoltà, ma è noto che a medicina la percentuale di esemplari di bella presenza dall'una e dall'altra parte si aggiri intorno al 10%.


Ho finalmente comprato la raccolta di episodi che vede Dylan e Martin Mystère insieme. Ero curioso di leggerli e devo dire che sono veramente notevoli, soprattutto "Ultima fermata: l'incubo".



Infine, ho cambiato per l'ennesima volta la canzone che vorrei suonasse al mio funerale, questa volta c'è lo zampino dei Big Bad Voodoo Daddy che con Save My Soul rimpiazzano i Seatbelts con Blue, dalla colonna sonora di Cowboy Bebop.


E ora vado a friggermi un monte di patatine e mi dedico alla mia personale maratona di Kill Bill.


BANG.


The Bride: Quando sarai grande, se la cosa ti brucerà ancora e vorrai vendicarti, io ti aspetterò.


Kill Bill Vol.1, 2003

mercoledì 6 aprile 2005

L'orrenda Invasione

Stanno arrivando. Le sento. Sento i loro passi pesanti e ciabattati per la strada, sento i loro trolley saltellare goffi sui dossi dei sottoportici. Sento lo starnazzare dell'ex padrona di camera mia, sento l'urlo sguaiato dell'ex abitante della stanza arancione. Le sento. Stanno Arrivando. E ho paura.



Dylan: Non sono diverso dagli altri. Le tragedie mi toccano solo quando mi colpiscono da vicino.


Dylan Dog N.105, "L'Orrenda Invasione", 1995

Buonanotte

Come da titolo. Vado a letto, domani non mi va di saltare Ferrara. Devo anche comprare un milione di libri. E un paio di Dylan Dog, già che ci sono. E lapidare una certa persona che ha rotto i coglioni. O arruffianarla e farle credere qualcosa. Così forse la smette di comportarsi come una bambina, e affanculo i suoi problemi di autostima. Ma pensa te. Vado a letto sognando di aver scritto e cantato Aria di Daniele Silvestri. O quando i bambini fanno ooh di Poiva, che fa tanto moda adesso. Dov'è la faccina che vomita? Ah, eccola.


  





 





"Io la morte la conosco, e se non mi ha battuto ancora è perchè io, da una vita, vivo solo per un'ora d'aria..."


Daniele Silvestri, Aria, 1999

Le Avventure Acquatiche di Steve Zissou


di Wes Anderson


Con Bill Murray, Angelica Houston, Owen Wilson, Jeff Goldblum, Cate Blanchett, Willem Dafoe


Quarta opera di Wes Anderson, giovane regista che sforna ogni volta pellicole che dividono pubblico e critica, e che la maggior parte delle volte diventano un cult. E' stato così per Rushmore, è stato così per I Tenembaum, e... spero non sarà così anche per questo. 


Ancora Murray, che probabilmente dovrebbe essere grato ad Anderson per averlo recuperato dal baratro in cui era caduto, e ancora Wilson, che deve decisamente ringraziarlo per averlo lanciato nel rutilante (ho sempre sognato di scrivere questa parola. un giorno la dirò, anche) mondo dello spettacolo. E' proprio su questi due personaggi che si svolge la vicenda. Murray è la caricatura di Jaques Costeau, storico oceanografo famoso per i suoi documentari, e Wilson è un suo grandissimo fan che crede di essere suo figlio.


Assistiamo prima di tutto alla presentazione del nuovo film di Steve Zissou (Murray), eccentrico oceanografo i cui ultimi documentari hanno avuto ben poco successo. Il documentario è dedicato allo "squalo giaguaro", terribile essere che ha divorato il migliore amico di Zissou. Al termine della presentazione, a Zissou viene chiesto il motivo della spedizione che lo porterà a completare il documentario, e lui tranquillo risponde: "Vendetta". Riuscendo a stento a trovare i fondi necessari per l'operazione, Zissou sale con la sua truppa sul Belafonte, nave che si regge in piedi con lo sputo, in cerca dello squalo.



Anderson per l'ennesima volta cerca di stupire lo spettatore, con scene grottesche e senza senso, personaggi mai delineati del tutto e sempre pronti a fare qualcosa di completamente assurdo, dimostra ancora di amare la musica (anche se il bowie in portoghese me lo sarei risparmiato) e ancora impone ai suoi personaggi una sorta di divisa, come le tutine portate da Stiller e figli ne I Tenembaum, che stavolta si trasformano in maglione azzurro e "scazzetta" rossa, abbigliamento che tutti i membri del team devono portare.


Siccome non so come arrivarci girandoci intorno, lo dico subito: questo film non mi è piaciuto. Non mi è piaciuto perchè cerca di far reggere la trama poco interessante sfruttando situazioni e soprattutto dialoghi originali, sì, ma anche senza spessore. Non mi è piaciuto. Sembra di assistere ai documentari scadenti girati proprio da Zissou, sembra finto, il montaggio è terribile, è "svampito".


Ed è proprio per questo che i film di Anderson diventano cult. Perchè, come ho già detto, dividono. Perchè se a me non è piaciuto per quei motivi, ad altri sarà piaciuto PROPRIO per quei motivi.


In ogni caso, seppure non mi sia piaciuto, ha delle scene che ricorderò con piacere, soprattutto quella in cui finalmente incontrano lo squalo, e tutti, stipati nel sottomarino giallo che fa tanto Beatles, guardano stupiti l'enorme creatura, pensando ognuno a qualcosa di speciale, che terrà sempre per sè, mentre in sottofondo parte Starálfur dei Sigur Rós. Veramente un bel momento, con un brano splendido e tra l'altro azzeccatissimo. (E io ve lo ripropongo.)


 



Steve Zissou: Mi sa che tu sei mio figlio vero?

 


Ned Plimpton: Io non lo so... Ma volevo incontrarti, nel caso che.


Steve Zissou: Lo apprezzo molto.


Le Avventure Acquatiche di Steve Zissou, 2004

martedì 5 aprile 2005


 


 



Ops...


P.s.


Ah, ad Eboli ha vinto Melchionda. Soddisfazione personale, Cardiello è un essere ridicolo.


Silvio Berlusconi: Ora si farà come dico io. Quella del 2006 è la mia partita e la giocherò a modo mio. Non mi farò più legare le mani. E impedirò a chi dico io di fare autogol.


Il nano solitario, 2005

domenica 3 aprile 2005

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Beh, finalmente ha messo fine alla sua agonia. Mi dispiace davvero. Sarò pure ateo o quello che è, ma lui era un uomo da stimare. Un uomo con cui ho convissuto per tutta la vita, anche in quanto amico di mio nonno ai tempi del liceo. E io ti ricorderò prima di tutto come uomo, lì, in montagna, vestito da alpinista, in compagnia di Zdzislaw e di due belle ragazze. Lì, felice e ignaro di ciò che ti sarebbe successo, di ciò che sarebbe successo. Volevi fare l'attore, hai fatto molto di più, sei diventato Papa. E ricorderò della tua figura quel giorno dell'anno 2000, quando accogliesti decine di sconosciuti, commossi nel salutarti e baciarti la mano, e tu annuivi, non annoiato, ma stanco. E ricorderò come alzasti la testa quando il vescovo pronunciò il cognome di mia madre. E come, sorridente, ma tremante, chiedevi a lei quando il nonno fosse morto, e come. E ricordavi il viaggio ad eboli. E soprattutto ti ricorderò quando le accarezzavi la testa, ed esclamavi "Suca, suca" mentra mia mamma annuiva, e gli altri due piangevano come bambini. Allora a stento trattenevo le risate, ripensandoci rido sempre, ma non stavolta, stavolta no. Addio Carol, per te la morte è solo un passaggio di vita in vita, beh, te lo auguro davvero.



P.s. non sono blasfemo, veramente esclamò quella frase. Si riferiva alla città natale di mio nonno, un paesino vicino Wadowice.

sabato 2 aprile 2005

Lemony Snicket: Una Serie di Sfortunati Eventi


di Brad Silberling


Con Jim Carrey, Emily Browning, Billy Connolly, Meryl Streep


La prima volta che ho sentito parlare di questo film stavo guardando la tv. Non ricordo su che canale è partito uno special. Un film, molto probabilmente una trilogia, liberamente ispirato all'unica saga di libri per ragazzi capace di battere Harry Potter (in patria, cioè in U.S.A., ha surclassato il magheto), immersa in un'atmosfera steampunk, dove tre fratelli, Violet Klaus e Sunny Baudelaire, vivono drammatiche e spiacevoli avventure in seguito alla misteriosa morte dei loro genitori.


Il film ovviamente cerca di riprodurre al meglio uno dei punti di forza dei romanzi, cioè l'ambientazione. E grazie al bravissimo scenografo già visto ne "Il mistero di Sleepy Hollow", ciò che si mostra agli occhi dello spettatore è stupefacente. L'intero set è stato costruito negli studios, comprese le location esterne. Ma il lavoro è perfetto, gli sfondi sono dipinti ma sembrano davvero reali. La questione è identica per i costumi, perfetti per ogni personaggio, vittoriani e dark al punto giusto, così come dovrebbero essere. Gli attori sono ottimi, perfettamente inseriti nei loro ruoli, Jim Carrey dà il meglio di sè ed è fin troppo sopra le righe, onnipresente e monopolizzatore della telecamera quando è in scena. Ogni tanto, a mio parere, la figura del terribile Conte Olaf, parente più prossimo dei ricchi orfanelli che tenta di ucciderli, stona. Il suo modo di fare, così teatrale, melodrammatico e grottesco, si inserisce a volte a forza in scene che magari meriterebbero un po' più di serietà. La regia non è nulla di speciale, non sbaglia, ma non rischia, e in un film come questo qualche ripresa ardita sarebbe stata veramente perfetta. (Chi ha detto Tim Burton? Si, lui forse ne avrebbe fatto un capolavoro.)



C'è qualcosa che però non funziona. Ed è la cosa più importante, aldilà di tutto ciò che appare agli occhi. Si tratta della trama, poco sviluppata, banale in ogni suo aspetto, limitata solo a far scorrere il tempo, senza lasciar niente allo spettatore. Prima di vederlo chiesi a Guzzano cosa ne pensava, e mi disse che era "discretamente inutile e noioso". Lo criticai per via dell'inutile, ma aveva perfettamente ragione. Non ti dà nulla, si tratta di un film con un altissimo potenziale sviluppato maluccio. Rimane godibilissimo, ma uscendo dalla sala hai quella sensazione di amarezza, quella sensazione di aver assistito ad uno spreco. Per le due ore di durata assistiamo solo ai maldestri tentativi di omicidio, alle scenette di Olaf e ai suoi travestimenti, alle paranoie della zia complessata e alle stranezze dello zio amante dei serpenti. Le parti migliori, a mio parere, sono quelle in cui  i due fratelli maggiori dominano la scena, e fanno intendere che nei libri c'è molto di più, e che il film abbia tralasciato l'aspetto "maturo" per creare solo una favoletta senza spessore. Credo che cercherò di procurarmi i libri, anche per scoprire il mistero dietro alla morte dei genitori, minimamente accennato nel film tramite qualche cannocchiale dorato e qualche vecchia fotografia buttata qui e lì sulla scena.


Infine, piccola dichiarazione d'amore ad Emily Browning, splendida, bravissima, semplicemente meravigliosa. Così come valeva la pena vedere Closer per Natalie Portman, vale la pena vedere questo film per lei.



Violet Baudelaire: A volte il mondo può sembrare un luogo sinistro e ostile. Ma credici quando diciamo che c'è molta più bontà che cattiveria in lui. E ciò che potrebbe sembrare una serie di sfortunati eventi, potrebbe, in effetti, essere il primo passo di un lungo viaggio.


Lemony Snicket: Una Serie di Sfortunati Eventi, 2004

ah!

In fondo siamo strani. Il post qua sotto è stato un classico sfogo. Io e mia sorella abbiamo fatto una bella cena e andiamo di nuovo d'accordo. Ci vogliamo un bene dell'anima, è anche per questo che sto bene così. Sto fumando sigarette elixyr e temo seriamente di farmi più male del solito. Ora vado a guardarmi willy wonka e la fabbrica del cioccolato e gongolo un po'. Tim Burton ne sta facendo il remake col suo amatissimo Johnny Depp. Chissà, dubito riuscirà a riprodurre l'atmosfera psichedelica dell'originale. E per quanto sia convinto che Depp insieme a Burton dia il meglio di sè, non credo sia all'altezza di Gene Wilder... boh, vedremo.




 


Willy Wonka:  Ah, Charlie: non dimenticare quello che accadde a chi ha avuto ciò che ha sempre desiderato.


Charlie Bucket: Cosa gli successe?
Willy Wonka: Da allora visse felice e contento.


Willy Wonka e La Fabbrica del Cioccolato, 1971

venerdì 1 aprile 2005

Yawn.

Che discreta giornata... MERAVIGLIOSA! Cazzo, ho dormito 4 ore, precisamente dalle 11 alle 15, mi sono svegliato con un mal di testa orrendo, e mi sono dovuto sorbire la solita telefonata di mia madre in lacrime perchè "non riesco a capire come mai gli altri non riescono ad accettare che tu sei diverso da loro". E la madonna. Elephant Man.


Ma non c'ha mica poi tanto torto. Il discorso è sempre lo stesso. Mia sorella non è più una studentessa. Lavora, è innamorata e si sposerà. La sua adorabile casetta sta diventando un nido d'amore, e io ci sono in mezzo mio malgrado. Non viviamo da coinquilini, a volte viviamo da madre/figlio altre volte da padrone di casa/ospite. Il che è terribile. Fondamentalmente a lei sta sul cazzo la mia presenza, esclusivamente quando torna stressata dal lavoro. Ma invece di fracassare le palle a me, che magari le rispondo e viene su un bel dialogo che non fa mai male, lei no, chiama mia madre e le sconquassa l'animo, lamentandosi di qua, lamentandosi di là. E lei allora, piena di amarezza, mi chiama e piange. E che palle. Cazzo io sto da dio qua. Ho la mia stanza, una bella casa, non pago l'affitto, pulisco (non tanto, ma almeno tanto quanto lei) e soprattutto MI PIACE vivere con mia sorella. Cristo. Mi piace la mattina uscire insieme. Mi piace tornare e trovarla a guardare centovetrine. Mi piace vederla tornare e chiederle "com'è andata oggi?" e MI PIACE sorbirmi le sue lamentele riguardo al lavoro, che poi sfociano, e qui torniamo al discorso di prima nelle lamentele riguardo a cosaiononfacciomaiincasa, lamentele che la maggior parte delle volte si spengono e riemergono 2 giorni dopo al telefono con la nostra amata genitrice. A me dispiace andare via di qua. E anche a lei, ma purtroppo è una nevrotica ed è difficile starle dietro quando comincia a sclerare. La sua rabbia viene vomitata addosso praticamente a tutti, e se sei fortunato ti becchi solo un vaffanculo. Credo però che purtroppo l'unica alternativa sia andare via. Stanza a Ferrara, con rientro a Bo qualche weekend. E mi dispiace, cristo. E' un cambiamento che non mi va di affrontare in questo momento. Sto da Dio così per quale cazzo di motivo dovrei cambiare? Boh... non mi va. Non è che non mi cerco casa perchè sono pigro o chissà quale altro stracazzo di motivo tira fuori l'amato/odiato genitore (e non genitrice), non mi cerco casa perchè NON MI VA.


E che cazzo. Però non posso continuare così. Oggi lei ha sclerato perchè? Perchè alle 7 e mezza di mattina, sveglia ma rincoglionita dal sonno, è entrata in soggiorno e ha visto me, franz e ari sul divano. E rosicava, perchè lei andava al lavoro mentre noi avevamo fatto balotta tutta la notte e stavamo per andare a letto. E le dava fastidio che ci fossero ESTRANEI in casa. Posso capire Franz, l'avrà visto 2 volte in croce. Ma porca liadrel, Arianna è sua cugina! Bah, comunque è andata a lavoro, gli altri due gli ho sbattuti nella stanza arancione a dormire e io ho messo a posto la cucina e il soggiorno. E' tornata da lavoro alle 2 incazzata per chissà cosa, ed è rimasta sorpresa: la cucina era a posto. Dove trovare allora la motivazione per sfogare le sue frustrazioni su di me? (cosa che io faccio anche volentieri, se l'aiuta a star meglio. Il problema è che dovrebbe farlo con me, non con mammà.) Le trova eccome. Le trova nella stanza arancione, in DISORDINE. Occazzo. Un letto sfatto dove hanno dormito delle persone. MIIIIIINCHIA ma camera sua se l'è vista? E poi, il bagno. IL BAGNO IN DISORDINE! Vado a vedere, trucchi e controtrucchi. Beh certo, io mi trucco spesso, soprattutto prima di andare a dormire alle 11 di mattina! Infine, e qui rido, si è lamentata perchè non avevo lavato per terra in cucina. Ma quando cazzo mai l'abbiamo fatto? MAI. L'ha sempre fatto quella povera dina o quell'altra, angela, nina, anita, boh non lo so a me stava simpatica solo dina. Due povere polacche che per arrotondare vengono di nascosto a pulire le case del palazzo. A me la cosa che dà fastidio è che a lei interessa solo ciò che creo IO. Sono stato un mese a Pesaro giusto? Giusto. Quando sono tornato la cucina era un porcile. Lei sarebbe capace di vivere nella sua stessa merda (espressione colorita che rubo sempre alla genitrice), ma quando la merda non è più sua le fa schifo. Fantastico. Mitico. Ma baffanculo va.



Groucho: Si?


Sybil Browning: Io... Volevo... Ma cos'era quel grido?


Groucho: Ah, volevate sapere questo? Era il campanello. Una mia piccola trovata. Meglio del solito "DRIN DRIN", non vi pare? Buongiorno.


Dylan Dog N.1, L'Alba dei Morti Viventi, 1986 (non c'entra un cazzo, ma dovevo festeggiare in qualche modo il suo acquisto.)