mercoledì 9 febbraio 2005

Ray

 

di Taylor Hackford

Con Jamie Foxx, Harry Lennix, Clifton Powell

Periodo di biografie questo. Dopo la grandezza di Alessandro, i sogni di Howard Hughes (The Aviator), ora tocca a Ray Charles Robinson, genio della musica nera, arrivare sul grande schermo.

Io le biografie le digerisco poco di solito. Soprattutto quelle musicali. Troppo spesso sono tremendamente noiose, e contaminano la visione che lo spettatore ha di questo o quel cantante, a volte rendendolo addirittura ridicolo, perchè viene mostrato in tutta la sua debolezza che non ha praticamente nulla a che fare con la genialità mostrata mescolando le sette note.

Questo Ray è una biografia perfetta. C'è tutto. L'infanzia, gli inizi nel mondo della musica, l'amore, il sesso, la droga, i concerti, le registrazioni, i litigi con i colleghi, gli arresti, le delusioni, i trionfi. E' tuttto così perfetto che rischia seriamente di passarti sopra senza lasciare segno, tranne quello che ricorda che praticamente tutti i cantanti hanno avuto una vita all'insegna del famoso "sesso droga e rock 'n roll".

Non si può pretendere molto da una biografia, perchè come tale le manca quella dose di originalità, fantasia, sogno, che hanno tutti gli altri generi. Ti ritrovi vomitata addosso tutta la vita del protagonista, e non puoi dire "sarebbe bello" o "sarebbe brutto" perchè il condizionale non esiste, quello è successo, è così e non puoi farci niente. Questo film però ha qualcosa in più.

Innanzitutto,mi sembra ovvio, non si parla di una persona qualunque. Si parla di un negro. Si parla di un "nigger" negli anni del razzismo più forte. Si parla di un negro, negli anni del razzismo più forte, un negro cieco. Un negro cieco che ci vede molto più di uno che gli occhi li può usare. Lui, che cammina senza bastone, senza un cane guida, che riconosce se una donna è bella toccandole il polso, che per non farsi fregare pretende che lo si paghi a suon di banconote da un dollaro. Un negro, cieco e dannatamente furbo, che sa come muoversi, e che dopo alcune fregature iniziali capisce che è meglio fare il "finto tonto" e lasciar credere di essere ingenuo.

La cecità non è mai stata un problema per lui, e delle discriminazioni non se ne è mai interessato. Propone a Quincy Jones di suonare in Georgia, regno dei bianchi razzisti, e al suo rifiuto - io non suono per quei bastardi - Ray dice semplicemente "Vorrà dire che ci saranno più soldi per me." E il giorno del concerto si ritrova davanti a decine di persone, che protestano contro l'obbligo di dover assistere al concerto in settori separati. E dopo la sua risposta "Il mondo va come deve andare, cosa possiamo fare contro i bianchi?" un giovane, non a caso somigliante a Malcolm X, gli suggerisce di non fare il suo concerto. E lui si illumina, capisce, fa tornare tutti sul pullman e fa ritorno a casa. E affronta le cause legali a suo carico, e viene bandito dalla Georgia. E anche nella musica si è sempre comportato in questo modo. Facendosi influenzare dalle idee altrui, facendole sue e rielaborandole a piacere. Soul, jazz, country, pop, gospel. Tutti i generi che ha ascoltato li ha rimescolati e trasformati in pezzi che hanno fatto storia.

Vedete, è questo il problema delle biografie. Non vedi un film, vedi una vita. E quindi si parla del protagonista e di quello che ha fatto. E nel raccontare la storia di Ray questo film, come già detto, è perfetto. Perfetto soprattutto grazie a Jamie Foxx, favoloso, che coglie ogni sfumatura del personaggio, che a volte arranca al buio e altre volte si muove con scioltezza, che si agita e si gratta a causa dell'eroina, che si dimena in preda alle crisi d'astinenza nella clinica, opponendosi a chiunque, pronto a lottare pur di non doverne assumere ancora.

E così, come nella propria vita ognuno è protagonista e punto di forza della storia, anche qui il protagonista fa la differenza. Un film perfetto, non mi stancherò mai di ripeterlo. Che non annoia per fortuna, nonostante le 3 ore di durata. Che, a differenza di Alexander, anche grazie ad un compito tutto sommato più facile, ci racconta il protagonista in ogni suo aspetto. Proababilmente non ti regala nulla, tranne la consapevolezza che Ray Charles Robinson è stato un uomo forte e debole allo stesso tempo, autore di canzoni che mai dimenticheremo. E a volte, questo basta.

Ray: Non preoccuparti (riferendosi all'eroina), se la scimmia comincia a pesarmi sulla spalla, mi trovo un organetto e la metto a lavorare. 

Ray, 2004
 

Punto di non ritorno

 Si, diciamo che questo è il punto di non ritorno. Dopo poco più di 10 giorni passati a Pesaro, sono tornato a Bologna sabato, per dare uno dei due esami che dovevo fare... Weekend tranquillo, sabato ho visto il film sui doors in solitaria, domenica sono stato tutto il giorno dai cugini e mi sono addormentato alle 3 e mezza, con un esame da dare il giorno dopo...


Arianna mi ha accompagnato a Ferrara perchè non aveva niente di meglio da fare e, con 3 ore scarse di sonno come me, si è sorbita un'intera giornata di orali di Chimica e Nutrizione, sto maledetto esame gestito da un professore pazzo che tutto sognava tranne fare il medico... Mi ricorda qualcuno... Eravamo lì dalle 9 e io l'esame l'ho fatto alle 5 e 20... E' andato bene per fortuna, un 27 un po' ladrato, ma finchè si aggiunge non si può non essere contenti :D Siamo rimasti lì fino alle 7 per vedere anche gli ultimi orali di alcune amiche, e sono andate alla grande anche loro... Poi, invece di festeggiare, siamo tornati a casa e sono collassato miseramente appena arrivato, ero veramente distrutto.


Oggi ritorno a Pesaro, e non tornerò prima della fine del mese, sperando che mi porti fortuna anche stavolta.


Ieri leggevo un topic sul forum che chiedeva "Siete felici?"


Io non lo so se sono felice, credo che prima di tutto bisognerebbe vedere qual è il "livello soglia" che separa la felicità dall'infelicità. Io credo di essere tutto sommato ottimista, e quindi essere infelice per me significa stare davvero male, in piena depressione. E non è questo il momento, non ho proprio di che lamentarmi. All'università va bene su tutti i fronti, ogni tanto mi chiedo se davvero ho fatto bene a scegliere medicina ma capita sempre più raramente, sono contento della gente che ho conosciuto, mi piace l'ambiente, mi piace la città... A Bologna dopo un periodo un po' strano in cui mi sentivo "vuoto", ora è tornato tutto alla normalità, manca solo un tassello, che manca ormai da troppo tempo... L'amore. E in questo periodo mi manca in modo particolare, ne sento il bisogno molto spesso, ma non c'è via d'uscita, non riesco a trovare ciò che cerco, dovrei smetterla di cercare la donna "intellettualmente stimolante" e accontentarmi di un paio di belle tette... Però mi chiedo "ne vale la pena?" e secondo me no, non ne vale la pena, probabilmente perchè io penso che l'amore sia solo una cosa in più nella tua vita, anche senza di esso si riesce a tirare avanti senza problemi particolari... Se c'è è meraviglioso e non puoi farne a meno, quando finisce ti avvilisce e deprime, ma poi passa, e se non passa è una patologia, non è più amore. Quindi, anche se senza questo dannatissimo sentimento, posso affermare di essere felice. Si, sono felice.


Soldato Joker:  Sono proprio contento di essere vivo. Tutto d'un pezzo, prossimo al congedo. Certo vivo in un mondo di merda, questo si, ma sono vivo. E non ho più paura.


Full Metal Jacket, 1987