venerdì 27 maggio 2005

Nomade.

Eccheccazzo. Sono diventato un nomade. E' molto più stressante questa situazione che quella del pendolare. Almeno partivo da bologna e ci tornavo nel giro di una decina d'ore, con uno zaino relativamente leggero con qualche libro e un quaderno per gli appunti. Ora no.


Partiamo dalla settimana scorsa. Sono andato a Ferrara MERCOLEDI, con una valigia enorme strapiena di vestiti e altra fuffa. Non ho avuto neanche il tempo di svuotarla e di sistemare le cose, VENERDI sono tornato a bologna, causa genitori in arrivo. Poi, causa festa di mia sorella, non sono tornato a ferrara la domenica, come vorrebbe la prassi, nè tantomeno lunedì. Sono arrivato a ferrara MARTEDI, con un'altra valigia strapiena di fuffa. Anche stavolta, neanche il tempo di dire "ah, questa è casa", che GIOVEDI (cioè ieri) sono tornato di corsa a Bologna perchè avevo promesso a mio cugino che l'avrei accompagnato a vedere Gara 1 della semifinale di basket.


*PARENTESI SPORTIVA*



Fortitudo Bologna 78 - 64 Virtus Roma


Grandissima prova dei ragazzi di Coach Repesa che, anche senza Vujanic,


hanno surclassato i romani che sono apparsi molto fuori forma. Edney,


nonostante abbia realizzato 14 punti, ha perso molte palle e ha rappresentato


la confusione che regnava nella Virtus. I bolognesi, invece, hanno dimostrato


di poter tornare ad essere la schiacciasassi di inizio stagione, grazie al solito


Basile, autore di 23 punti, ma soprattutto grazie ad una prova incredibile della difesa,


che ha bloccato qualsiasi iniziativa romana nel secondo tempo, facendo scadere i


24 secondi al tiro di Roma per ben 3 volte consecutive nel terzo quarto. Bravissimi


tutti, compreso Bagaric, in crescita dopo una regular season da fantasma. Gara 2


a Roma, domenica.


*FINE PARENTESI SPORTIVA*


Tornando ad argomenti più seri, in due settimane ho passato 4 giorni a ferrara e 4 a bologna. Il resto in treno. No vabbè, non voglio esagerare, ma vi assicuro che con questo caldo torrido andare avanti e indietro con una valigia sempre inspiegabilmente piena di roba (da bologna vestiti vari, da ferrara vestiti sporchi e libri) è veramente faticoso. Preferivo quasi il pendolarismo...


Almeno stando qualche giorno in più a Ferrara ho la possibilità di conoscere meglio i miei coinquilini, anche se non so perchè, faccio ancora un po' di fatica ad aprirmi del tutto. Quando magari riuscirò a passarci una settimana intera le cose cambieranno...


Ieri, oltre alla grande fuga per andare alla partita, c'è stata anche la conferenza organizzata da Paolo sul referendum, con personaggi del calibro di Barbieri (prof. di Embriologia, per il SI con tutto se stesso) e Avato (prof. di Bioetica, ha aderito al comitato scienza e vita..). Ne ho seguito solo un pezzo, ho assistito ad uno show indimenticabile di Barbieri che massacrava una ragazza che gli aveva fatto una domanda provocatoria. Mi è dispiaciuto non poterla seguire tutta, ma la prima parte me la sono persa perchè ero a fare un esame (Bioinformatica, Genomica e Postgenomica), il primo esame del secondo semestre. Orale, con uso del computer per andare sulle banche dati del genoma umano. Più complicato di quanto pensassi, ma è andata bene: 27 e tanti saluti. Ora mi tocca studiare embriologia, poi istologia, poi anatomia, poi biologia e genetica. In ordine di difficoltà per quanto mi riguarda.


Ross: Devo davvero trovarmi una sistemazione. Sto cominciando a sentirmi come un nomade.


Friends, 1994-2004

martedì 24 maggio 2005

Old Boy


di Chan-wook Park


con Choi Min-sik, Ji-tae Yu, Gang Hye-jung


E' ubriaco, Oh Dae-su. E' molesto. Vuole pisciare nel vaso. Si agita. Parla, è molesto. E' in una stazione di polizia, Oh Dae-su. E' il compleanno della figlia, e lui non c'è. Arriva un amico, a portarlo via, in una qualunque giornata di pioggia. Diluvia, e si fermano in una cabina telefonica, per salutare la famiglia. Ora la sbronza gli è passata. Saluta la figlia, annuncia il suo arrivo. Poi esce, e il suo amico entra. E mentre lui chiede alla piccola "ti ricordi di me?" Oh Dae-su è fuori, sotto la pioggia. Non c'è nessuno per strada. Forse. L'amico non se ne accorge, ma Oh Dae-su è sparito. Un fiume di gente appare all'improvviso, e di lui non c'è traccia. Sparito, per sempre. No, peggio. Sparito, per quindici anni. Quindici anni di reclusione, in una stanza che sembra tanto quella di un albergo ad ore. Solo, sempre. Unica compagna la televisione, amica, amante. Quindici anni, solo, senza sapere perchè. E così, comincia a meditare la vendetta. Scrive i nomi di tutti quelli a cui ha fatto del male, tiene un diario. Prende a pugni il muro, per mantenersi in forma, per poter attaccare una volta libero. Anche se non sa quando sarà libero. SE sarà libero. E con un filo di ferro, rosicchia il muro, una piccola crepa, piano, piano, poi i mattoni, fino a sentire, un giorno, la pioggia. Ancora lei, prima fastidiosa, forse, ora confortante, rigenerante, piena di speranza. Assapora la pioggia, Oh Dae-su. Ormai la libertà è vicina, se l'è guadagnata. Ma non ha neanche la possibilità di godersela, perchè decidono di liberarlo. E si ritrova all'esterno, dopo quindici anni, un fantasma che vuole solo capire chi è stato, perchè ha dovuto subire tutto questo. Presto lo scoprirà, ma la scoperta non sarà affatto piacevole...



Old Boy ci rende consapevoli del nostro corpo, dei nostri sensi. Non prende solo al cuore. La sofferenza, la rabbia, la forza di questo capolavoro colpisce ovunque, torce le budella, ci fa arricciare le dita dei piedi, ci fa digrignare i denti e chiudere gli occhi, ci fa piangere, ci fa ridere. Mai mi era capitato di uscire così sconvolto da una sala. Non sapevo cosa dire, l'amarezza mi era entrata dentro, e mi rendeva triste, ma al tempo stesso felice, estasiato, allucinato, deliziato da tanta perizia nel raccontare la vendetta, la solita storia della vendetta. No, non c'è nulla di originale nella trama. A metà film, confesso, ho pensato "questo film è una cagata". Un cattivo cinico, un amore forse patetico, ma intenso, torture, risse, niente di nuovo. Poi sconvolge. Poi si reinventa, disgusta, avvilisce, i colpi di scena sono mazze ferrate lanciate nello stomaco, le rivelazioni, con le conseguenze che portano, sono pugni, coltellate, estrazioni di denti REALI. L'intensità della recitazione e delle riprese coinvolge in qualunque scena, tanto da farci quasi urlare di dolore, come il protagonista, mentre gli strappano i denti. Anzi, mentre fanno FINTA di strapparli. E quando poi dopo gli dicono "ora lo facciamo davvero" a lui, e a noi, quasi non interessa più. L'abbiamo già sentito il dolore, abbiamo già sofferto. Abbiamo imparato. La regia è sublime, i campi lunghi sono meravigliosi, la fotografia rende perfettamente l'atmosfera struggente che pervade tutta la pellicola. Che nessuno si faccia ingannare dalla violenza a cui associamo la vendetta. Non c'è estrazione di denti, non c'è coltellata, non c'è violenza fisica che regga il confronto con quella morale, che commuove e svuota, per poi riempirci ancora.




Capolavoro. Capolavoro. Capolavoro. Non c'è dubbio che questo film rimarrà nella mia memoria per tutta la vita. Ancora adesso, dopo quasi una settimana, sento i miei organi contrarsi al pensiero di quelle scene, di quella pazzesca violenza psichica a cui Oh Dae-su e il suo "nemico" sono sottoposti. Da vedere, per forza.



Ridi, e il mondo riderà con te. Piangi, e piangerai da solo.


Old Boy, 2004

sabato 21 maggio 2005

Bianco Lo Scuro

... surprise surprise, i miei sono qui. Sono venuti per il compleanno di mia sorella, andranno via lunedì. No, non sono molto contento. Anche perchè li ho visti meno di un mese fa. E insomma, lilly deve studiare, io pure e sono un po' d'impaccio.


Ma che cazzo dico. Tanto non sto studiando comunque, e mi fa piacere che siano qui. Vorranno vedere la casa a Ferrara, ma la potranno vedere solo da fuori siccome non ho le chiavi. Meglio così, è in uno stato pietoso. E a proposito della casa, venerdì abbiamo firmato il contratto e pagato il primo affitto. Un'emozione, il mio primo affitto. Sentivo nostalgia del Pratello mentre lo facevo. Giovedì invece sono andato a vedere Old Boy, un capolavoro che mi ha sconquassato le viscere. Solito commento di rito tra un po'. Ieri sera poi ho avuto anche modo di parlare un po' con marta, che non vedevo da un po'. Come al solito serata piacevole, un po' funestata dal fatto che il nostro "posto tranquillo" (leggasi Bino's) si è trasformato in un truzzissimo pub dopo il cambio di gestione. Pazienza. Tra l'altro tra i truzzissimi clienti c'era anche una certa martina, che avevo conosciuto ad eboli tipo 3 anni fa e di cui mi ero follemente innamorato.. e marta la conosce tramite una sua amica. Così, dopo giulia (amica di mtc dal liceo) che avevo conosciuto alle medie in inghilterra, e moppo (amico d'infanzia di franz) che mi aveva iniziato ad ultima online, ecco un'altra dimostrazione che il mondo è schifosamente ridotto. Ora chiacchererò un po' con i miei, vogliono uscire a fare compere, CHE BELLO! CHE BELLO!


A ferrara si torna martedì, lunedì sera c'è la festa di mia sorella. E ci sono più amici miei che suoi.



Ah, dimenticavo il titolo. Bianco Lo Scuro è il nome dello spettacolo a cui sta lavorando da un po' mia cugina Alessandra con altri ragazzi "diversamente abili" come lei, grazie all'aiuto di Massimiliano, un ragazzo veramente simpatico. Mercoledì c'è stata la terza rappresentazione di questo progetto, come al solito allo Zuni di Ferrara, ed è stato bello, commovente e divertente, si vede che ormai ha quasi raggiunto lo stadio definitivo. C'era un sacco di gente, oltre a me, mia sorella e vari altri parenti (guest star: Zio Peppino, padre di Ale in vena di sorprese) e c'erano anche Elisa e Paolo. Tutto molto bello. Tranne quella schifosissima piadina che mi hanno rifilato alla fine della serata. TERRIBILE. Poi ci siamo rifatti a casa con una pasta al pesto già pronto, offerta ad altri amici che ci avevano raggiunto, compreso Silvio, capo del SISM di Ferrara, che è di Praia a Mare, una cittadina calabrese dove mia madre andava in campeggio da ragazzina, dove io ho passato le prime due estati della mia vita, a 10 km da S.Nicola Arcella, ameno paesello che mi accoglie ogni estate da 15 anni. Il mondo è veramente schifosamente ridotto.


 


"C'è un posto al mondo dove tutte le cose si uniscono:


Terra e Acqua, Freddo e Caldo, Nord e Sud e Bianco Lo Scuro.


Questo posto esiste, è qui [indicandosi il cuore] e non è irragiungibile.


Se apri questa porta, vedrai una confusione, una baraonda,


che non è bella ma è la realtà.


Perchè questa arriva dal mondo


e se il mondo non è bello nemmeno il cuore ha belle cose da mostrare.


Io non so di cosa ho bisogno per raggiungere una mia pace interiore


forse l'amore lo può dare, l'amore tra due persone,


perchè condividere il caos che vive qui


lo fà sembrare meno confuso."


Monologo di Ricky, Tratto da "Bianco Lo Scuro" 2004-2005

martedì 17 maggio 2005

Si va.

Dopo il piacevolissimo weekend urbinate, sono già pronto a ripartire. Incredibile, già. Si riparte, per dove? Ma Ferrara, naturalmente. Dopo mesi di si, no, forse e mah, di certissime incertezze e realistiche illusioni, finalmente sono pronto. Valigia fatta, tipicamente piena della solita roba, fatta eccezione per i simboli del "trasferimento",  lenzuola e asciugamani. Per tacere poi del copriletto a scacchi colorati, già compagno di mille nottate quando ero poco più di un fanciullo. L'idea di andare via e tornare venerdì mi spaventa un po'. E' strano, sarà strano. Sarà interessante. L'unica nota negativa è che i miei futuri coinquilini stanno già studiando da un po', mi ritroverò schifosamente indietro. Un chissenefrega qui ci sta benissimo.



Groucho: Sapete dove abita lo strappo alla regola? In Via del Tutto Eccezionale!


Dylan Dog N.35 "La Scogliera degli Spettri"  1989

sabato 14 maggio 2005

Viaggio

Oh, finalmente un viaggio. Finalmente un viaggio in un luogo sconosciuto. Domani mattina vado ad Urbino con Franz e Arianna, pronto a rivalutare una città che ho sempre visitato con la pioggia, sempre nei soliti luoghi pieni di bancarelle. Finalmente potrò vedere la vera Urbino, quella che i suoi abitanti tanto amano e che chi la visita neanche si sogna di andare a guardare. Franza mi ha già promesso che ci porterà nei luoghi in cui è cresciuto, non vedo l'ora.


Intanto, va a concludersi una serata del cazzo. Cominciata male e tardi, sviluppatasi peggio, per poi andare a concludersi al solito modo, con me franz e arianna svaccati sul divano. Almeno quello l'ha resa più piacevole. Il momento clou è stato quando mtc è caduta in una specie di depressione, senza alcun motivo apparente. Mi dispiace tanto, non so perchè sia successo, ma non mi interessa, aveva bisogno di un appoggio e l'ha avuto. Come al solito sono l'unico a cui frega qualcosa, l'unico che non dice "che palle non ne posso più". Chi lo fa ha tutte le ragioni del mondo (ma neanche tanto a dir la verità), ma che cazzo, un po' di tatto.


E ora mi preparo a fare l'alba. Non ho sonno e voglio guardarmi un dvd di Cowboy Bebop (ieri è arrivato il pacco con tutta la serie, ebay ormai regna sovrana sul mio portafoglio) e ho anche una puntata di Desperate Housewives da vedere (Spettacolare, cinica, piena di luoghi comuni portati all'eccesso, dissacrante  e colma di autoironia; una serie  imperdibile) e qualche centinaio di Dylan Dog da leggere. Approposito, oggi mi sono spezzato la schiena per portare i miei doppioni alla fumetteria, il tizio mi aveva promesso un centinaio di euro e invece me ne ha offerti la metà, perchè secondo lui non sono numeri importanti. Alla mia domanda "quali sono i numeri importanti?" mi fa "beh, i primi 20 inediti." E SECONDO LUI SE IO AVESSI AVUTO I PRIMI 20 INEDITI LI AVREI PORTATI A LUI??! Vabbè, ho deciso che li porterò alla bancarella di via marconi, il tizio me li compra ad un euro l'uno. Ovviamente non glieli porto in blocco, diciamo una decina alla volta.




See you, Space Cowboy...


Cowboy Bebop, 1998

venerdì 13 maggio 2005

La Rinascita dei Sensi.


E così, eccomi. E’ successo. Dopotutto, dovevo aspettarmelo. Non era certo una buona idea. No, non lo era affatto. Moe aveva ragione. Ma ormai è troppo tardi. L’errore è stato commesso, e sono pronto a pagarne le conseguenze. Probabilmente le ho pagate senza neanche accorgermene. In fondo, chi può dire quali siano, queste conseguenze? Si possono avere idee, supposizioni, aspettative, ma siccome nessuno di quelli che hanno pagato ha avuto modo di parlarne, le idee e le supposizioni vanno a farsi benedire. Le aspettative non le considero nemmeno, la maggior parte delle volte deludono, e poi come si fa ad avere aspettative sulla morte?

Cosa possiamo aspettarci? Il paradiso? Beato chi crede di poterci andare, ammesso che esista. Se pure dovessi accettare la sua esistenza, non mi ci collocherei di certo. Non ne ho il diritto. Dovrei quindi attendere il viaggio con Caronte verso l’Inferno? Sarebbe più sensato, certo, ma perché dovrei avere come aspettativa l’atroce sofferenza etena? Non ne vale la pena, e bisognerebbe passare la vita intera pensando alla sofferenza. D’altronde, non l’ho fatto, e pensarci ora sarebbe incoerente e ridicolo. 



 


 


Spesso ho immaginato altri luoghi dove le anime, dannate e non, andavano a raccogliersi. Senza mai crederci davvero. Non saprei dire il perché, ma l’idea di un infinito pieno di anime eternamente felici e libere di fare ciò che volessero mi dà tuttora l’impressione di fittizio, e forse persino noioso. Per non parlare dell’idea che le anime restino sulla terra e continuino a fare ciò che facevano in vita, nei limiti delle possibilità che offre l’incorporeità. Noia e monotonia, a cui si aggiungono frustrazione e sovraffollamento. Quindi, molto tempo prima della mia entrata nella categoria, ho deciso che i morti non vanno da nessuna parte, che dopo la morte non c’è niente. Solo vermi e putrefazione.  



 


Mi ero proposto il nulla come aspettativa, e, come volevasi dimostrare, sono rimasto deluso. Quasi fosse un contrappasso, ho ottenuto un non nulla.  


Percepisco l’assenza di qualsiasi cosa possa definirsi reale, mio corpo compreso. Ciò è nulla. Ma penso, e sento, o mi sembra di sentire, la mia voce echeggiare. Non so dove, non credo possa esserci un dove, qui. Né un qui, d’altra parte. Né un’altra parte, in fondo. E dopotutto, neanche un fondo. E neanche un tutto.

 Cazzo, il non nulla è una vera merda.

 Proprio una vera merda. Sono qui da chissà quanto tempo, ammesso che esista, un tempo, e mi sto annoiando a morte. Quella specie di paradiso cui accennavo prima era molto meglio. Almeno avevo un corpo. Mi piacerebbe avere un corpo, è bello averne uno. Se poi si tratta di un bel corpo, l’esperienza diventa anche gratificante. E io avevo un bel corpo. Chissà, magari in questo momento è già un mucchio di ossa puzzolenti in qualche bara sciccosa. Poverino, il mio corpo. Non mi meritava affatto. Gli ho tolto la vita troppo presto, senza alcun motivo. Cazzo, mi piacerebbe avere un corpo.  



 


 


Che strano. Sembra sia stato accontentato. Non ho tatto, ma mi rendo conto che un minimo di corporeità ora c’è. Credo che le mie mani si stiano muovendo ora. Si, ne sono certo. Ho delle mani e le sto muovendo. Non so che movimento facciano, né se si stiano toccando, ma le muovo. Finalmente qualcosa di buono. Il movimento è una bella cosa. Una corsa, una corsa è l’apoteosi del movimento. Durante la corsa si muove ogni muscolo. Certo, le gambe, ma non muoviamo forse anche le braccia? E il collo, per guardare il culo di quella che corre nella direzione opposta? E il culo stesso. E i pettorali, che balzellano su e giù. E i muscoli facciali, impegnati in numerose smorfie di dolore, fino ai muscoli della schiena, quando, in preda ad un principio di infarto, ci pieghiamo ansimando appoggiandoci sulle ginocchia, tremando come giunchi al vento, perché esse non sono in grado di sostenerci.  



 


Già, il movimento è una bella cosa. Però non mi basta, il nulla è ancora preponderante. Si, lo so, il nulla è ciò che desideravo, ma io intendevo il nulla assoluto, un nessun luogo nel quale questi pensieri non si sarebbero mai potuti formare. E invece ci sono, e a quanto pare hanno anche una certa influenza sul nulla, cosa che mi sorprende alquanto. Non è affatto male la sensazione di potere che mi dà la consapevolezza di essere riuscito a muovermi solo volendolo. Anche se probabilmente ho sempre avuto un corpo e l’ho sempre mosso, ma me ne sono reso conto solo adesso, o, ancora peggio, non c’è nessun corpo, nessun movimento. Al massimo il nulla mi concede il ricordo di essi. 


Ricordo… A proposito, non potrò mai dimenticare quella volta, quanti anni fa? … Beh, non ha importanza, insomma mi ero appena laureato in… … ah, si, ingegneria, e insomma i miei amici mi costrinsero a correre nudo per la piazza… Che piazza? Che città? Boh, è passato così tanto tempo… Quanto? Cinque? Dieci? Venti anni? Non lo so, non lo so, non riesco a ricordare… Ricordo però l’imbarazzo, la vergogna, il pudore… cose pessime, non le rimpiango affatto. E ricordo il vento nei capelli, il pavimento bruciarmi sotto i piedi, il pene saltare ad ogni mio passo, sbattermi contro la pancia, e tornare giù. E ricordo la libertà, il divertimento. Movimento, tatto, libertà, divertimento, queste sono cose bellissime. Il tatto poi, è la cosa che mi manca di più. Le altre cose le posso rivivere, ricordandole, ma il tatto, quello no, posso dire che il pavimento mi bruciava i piedi, ma non posso sentire il bruciore, non posso sentire i detriti penetrarmi nella carne, non posso, il ricordo e il nulla me lo impediscono. Sarebbe bello sentire i miei polpastrelli toccarsi, sentire il piede strofinarmi la gamba. Sarebbe bello.

 Voglio recuperare il tatto.

 Va bene, ci ho provato. Speravo davvero funzionasse, il tatto è una bella cosa.

 Però… si, mi sembra, mi sembra di sentire qualcosa… un formicolio… una sensazione strana, sembra… sembra seta, sì, seta. E’ così strano. Pian piano, comincio a percepire il mio corpo, mi sembra di fluttuare, galleggiare. Non so di cosa si tratti, sembra avere una massa, una constistenza, ma non ne sono molto sicuro. E il movimento, quello che prima mi sembrava così… forte, forse anche veloce, per quanto potessi rendermene conto, è in realtà impercettibile, lentissimo, eppure così… vivo.  Sento i polpastrelli toccarsi, leggermente, superficialmente, ma li sento, e provo dolore. Il resto del corpo, galleggiamento a parte, lo percepisco a malapena. Probabilmente devo solo abituarmi a questa nuova situazione, in fondo non ho mai usato il tatto in morte mia.  



 


 


Ecco, avevo un’aspettativa, e mi ha deluso. Non ci conterò mai più. Pensavo che il tatto fosse una gran cosa, invece mi ha limitato anche il movimento, in qualche modo. No, l’aspettativa non è una bella cosa.  



 



 


E neanche questo!!! Ma che succede? Sembra un terremoto, ma è più dolce, forse attutito, ricorda l’ondeggiare di una gelatina appena poggiata sul piatto, è infinito, è angosciante, no, fa che non sia ciò che penso, non sono le porte dell’Inferno, no, no, non voglio….

Finito. Si è placato. Cerco di muovermi, di nuotare nel mare di nulla, ma non mi sembra di fare grandi progressi. E’ stato veramente orribile. Ho avuto paura, non è bello avere paura.  Ma come si fa a non avere paura?  Tremava tutto, io non vedevo niente, non sentivo niente. Io ho paura del buio. Ho paura di questo buio. Vorrei vedere qualcosa, voglio provarci. Ho riacquistato parte dei miei sensi soltanto pensando ad essi, forse li avevo già, si, è così per forza. Li avevo, non lo sapevo. Io vedo, ma non lo so. Lo sto scoprendo, e devo solo aspettare. Presto comincerò a vedere un’immagine confusa, e poi, poi vedrò in cosa mi trovo e soprattutto se c’è, un cosa. Si, devo solo aspettare. Anche quella volta, quando io sono… io dovevo… quando ho fatto…. Non ricordo, però dovevo aspettare, e non l’ho fatto, o forse ho aspettato troppo, l’ho dimenticato. E c’era quel mio amico che diceva di non farlo, o forse di farlo… aveva torto, o ragione… mi sembra di sentirlo: 



 


 


-          Non farlo, Pete!

Ma chi è Pete? Cosa non doveva fare? Non so, è così confuso, non ricordo… E poi c’è questo rimbombo, questo dannato rimbombo, mi pare di sentire uttto e niente, sento delle voci, ma saranno davvero voci? Non lo so, cosa sono poi le voci, e cosa diavolo è quella cosa in fondo? E’ sempre più forte, è una… come si dice… luce? Si, credo, luce… è calda, è… bella… E’ sempre più vicina, più grande, mi attrae, è bellissima, ma… fa male, male, freddo, male, non so, non lo so, mi abbaglia, non vedo niente, non sento niente, mi viene solo… solo… voglia di piangere.



 


 


 










(Questo è il racconto a cui mi riferivo. Non so perchè l'ho postato, ma l'ho riletto ascoltando la canzone che ora fa da sottofondo, e mi è sembrata un'atmosfera talmente bella da volerla condividere con altre persone. E se non funziona, chissenefrega.)

mercoledì 11 maggio 2005

News from the world

Beh beh... questi ultimi giorni non sono stati affatto male. Sabato sera abbiamo fatto una seratina in stile "sfattanza liceale" che davvero non si passava da moltissimo tempo, ci siamo divertiti veramente tanto. Ieri sono stato tutto il giorno a ferrara e finalmente il mio trasferimento si è concretizzato: ho conosciuto il proprietario di casa (con moglie al seguito) e gli ho dato i miei documenti. Poi si farà il contratto ma ormai è fatta, dalla settimana prossima vado a stare in casa con elisa e paolo. Probabilmente tornerò a bologna solo nei weekend, ma neanche tutti, soprattutto in questo periodo, gli esami si avvicinano. Volevo fare istologia il 7 giugno ma credo lo farò il 21 (sempre giugno) e darò prima Embriologia. Biologia ormai è assodato che la lascio a settembre (studiare ad agosto sarà uno spasso) e anatomia si proverà a luglio. Non che sia molto fiducioso, il professore è tosto e l'argomento molto vasto. In più non so ancora un emerito cazzo, e la dimostrazione è arrivata oggi al primo laboratorio sulle ossa della colonna vertebrale, insomma vertebre, coste e bacino. Guardavo gli altri parlare dei processi trasversi e delle faccette e delle posizioni anterosuperioreposterioresugiùsoprasottosottosopra e mi sentivo abbastanza ignorante. In fondo le conoscevo anche io, ma mentre gli altri ne parlavano con cognizione di causa, io ci arrivavo per lo più per logica, intuizione o sentito dire. A proposito del laboratorio di anatomia, ho aggiunto un link ad una pagina che ho creato con tanta pena con frontpage (fare siti è bello ma fondamentalmente è una rottura di coglioni) dove giorno per giorno metterò ( o tenterò di farlo) una foto scattata quel giorno. Fino ad ora ce ne sono solo 3, quella nella pagina iniziale in questo momento è troppo stupida, edward con la maschera-bacino. Mi piace da morire. Insomma, se interessa  a qualcuno le foto sono lì, altrimenti pazienza, le terrò come ricordo delle giornate.


Comunque, non mi sono mica dilettato solo con frontpage... giovedì c'è una conferenza sul kenya all'università, proposta dal sism (segretariato italiano studenti medicina) che tratterà l'argomento della distruzione delle baraccopoli a nairobi, e si ispirerà al progetto internazionale "WNairobiW" che tenta di evitare lo sfratto di migliaia di persone da parte del governo kenyota. Elisa e paolo si stanno facendo un culo così da parecchi giorni, e c'era bisogno di qualcuno che cercasse di tagliare alcune scene del dvd che parla del progetto, per poi rimontare il tutto per trasmetterlo alla conferenza. Pensavo fosse un'opera titanica, invece è stata una cazzata e mi sono anche divertito come un idiota. E per la serie "ma che ci faccio io a medicina" , mentre guardavo il mio "lavoro" fantasticavo su montaggi più elaborati come prove d'esame al dams o a qualche ipotetico istituto di cinema. Orgasmo al solo pensiero.



E a proposito di orgasmo, stamattina ne ho avuti ben due. Il primo alle 7.55, quando ricevo una telefonata da una simpatica signorina che mi annuncia "il corriere passerà per le 8.30, va bene?" c'ho messo 20 minuti per rispondere, ero già andato in estasi. Il secondo, ancora più intenso, è stato alle 8.45, quando, dopo aver salutato il corriere e portato al secondo piano 2 pacchi, uno da 10kg  e l'altro da 30, e dopo averli posati delicatamente in camera, li ho aperti, rivelando un enorme tesoro che attendevo da tempo. La collezione completa di Dylan Dog più una decina di speciali e albi giganti, compresi (confesso di essere venuto proprio nel momento in cui li ho visti) gli albetti di Groucho. Grande grande commozione e godimento. Poi alle 18 ho cominciato a riordinarli e alla fine ci sono riuscito, anche scambiando i nuovi arrivati con i miei doppioni, nel caso fossero versioni precedenti o meglio conservate. Ora ho un problema: ho 224 albi, 12 speciali, 5 albi giganti, 6 maxi dylan dog e altra varia fuffa, e non ho idea di dove metterli. Domani non andrò a ferrara e cercherò di sistemare almeno gli albi in camera mia, il che mi sembra davvero un'impresa enorme.



Infine, mi concedo un applauso per aver scovato questa Kaki King. Credo che "doing the wrong thing" resterà "Canzone del giorno" molto molto a lungo.



Narratore: Amélie continua a cercare la solitudine. Si diverte con strane domande sul mondo esterno, come "Quante persone stanno avendo un orgasmo in questo momento?"


Il favoloso mondo di Amélie, 2001

lunedì 9 maggio 2005

L'Ateo.

C'era una volta un ateo. Un ateo vero, di quelli che non credono in Dio. Uno di quelli che credono solo nella materia. Uno di quelli per cui l'anima non esiste. Uno di quelli che attendono la morte come fine di ogni cosa. E un giorno, la morte bussò alla sua porta. Lui la fece accomodare, le ofrrì un caffè, e le chiese cosa la portava da quelle parti. Lei, sorseggiando la bevanda, gli rispose che era passata di lì per caso. Gli disse che allora ne aveva approfittato per portarsi avanti col lavoro. Gli disse che presto sarebbe morto. - Un cancro - gli disse - è così facile far morire la gente di cancro. Lui, impassibile, prese le tazzine e le lavò. La morte si alzò, fece un cenno con il capo e uscì.


 Dopo due mesi la morte era tornata. Gli sedeva accanto, mentre lui viveva i suoi ultimi attimi. Mentre l'oscura mietitrice lo guardava impaziente, lui pensava a tutto ciò che aveva visto in vita. E sorrise compiaciuto, convinto di aver fatto una bella vita, di non averla sprecata. Pensò a tutte le cose esistenti nel mondo, e non sorrise. Pensò che il mondo era una cosa meravigliosa. E non voleva lasciarlo. Pensò che aveva ancora tante cose da fare, da vedere, pensò che non era ancora giunto il suo momento. E allora fu la morte a sorridere. Gli prese la mano, e lui morì. Si risvegliò poco dopo, in una stanza vuota, buia, morta. La morte era al suo fianco. Le chiese cosa fosse, e lei gli rispose che quella era solo un'anticamera. Lo salutò, indicandogli una porta. La morte sparì, e lui sapeva che era andata a prendere qualcun altro, ad accompagnarlo in qualche altra anticamera. Fece un sospiro profondo, rendendosi conto che non era aria quella che respirava. Si avvicinò alla porta, chiuse gli occhi, e la aprì. Fece qualche passo, e, ancora senza guardare, si girò indietro cercando la maniglia. Ma non la trovò. Aprì gli occhi, e si rese conto di essere in una radura illuminata da un sole primaverile, una radura popolata da decine di animali, ornata di fiori di ogni tipo. Chiuse ancora gli occhi, convinto sempre più di essere ancora vivo, di stare sognando. Quando li riaprì, si rese conto di essere altrove. In un altro luogo, che non era un luogo. C'era solo luce, luce infinita. Nient'altro a cui potersi aggrappare. Luce incorporea, non calda, non fredda, senza un punto d'inizio nè uno di fine. Provò ancora a chiudere e a riaprire gli occhi, ma per quante volte ci provasse, si ritrovava sempre immerso in un mare di luce. Si rassegnò, e si sedette, nonostante non ci fosse un pavimento. Ad un tratto, si sentì osservato. Si guardò intorno, ma non c'era nulla. Però sentiva degli occhi, centinaia di occhi, guardarlo tanto intensamente da penetrargli la carne. Cominciò a sudare, e, sempre più terrorizzato, cercava disperatamente di darsi pizzicotti e schiaffi, di svegliarsi, in qualche modo. Ma quei gesti non cambiavano nulla, nè gli facevano provare dolore, perchè lui era morto, era morto davvero.


Non riusciva a convincersi. Era convinto di essere vivo, era convinto di sognare. Ad un tratto davanti a lui apparve una sagoma. Prima era solo un'ombra nel mare di luce, poi pian piano i contorni del corpo, del viso, delle mani, cominciavano a delinearsi. Lui guardava quell'apparizione con ansia, non aveva mai vissuto un sogno così, ma non aveva paura. Attendeva con impazienza che quella figura si presentasse, sperando che gli potesse dare qualche spiegazione, che potesse farlo sentire meno solo, che gli dimostrasse in qualche modo che tutto quello era solo un sogno. Mentre guardava la forma prendere colore, si addormentò. Si svegliò pochi istanti dopo, o forse dopo secoli, e per un attimo, un solo secondo, gli sembrò di essere ancora nella sua stanza. In quel momento sorrise, ma poi si rese conto che era ancora lì, nel mare di luce, solo.


Si alzò in piedi, e mentre stava per compiere il primo passo di una lunga passeggiata nel nulla, una mano gli si poggiò sulla spalla, e lo fermò. Si girò di scatto, e riconobbe subito la figura informe che aveva visto poco prima di assopirsi. Cercò di parlare, ma non vi riuscì. Cercò di muovere un muscolo, ma non riuscì neanche in quello. Era paralizzato, l'unica cosa che riusciva a muovere erano gli occhi. E gli mosse, su, giù, destra, sinistra, li chiuse, li riaprì, e poi guardò quell'essere. Aveva sembianze umane, ma sembrava incorporeo. Nel mare di luce la sua carnagione chiarissima si confondeva con il resto del non paesaggio, e così sembrava essere una cosa unica con l'infinito. L'ateo alzò la testa, e guardò il misterioso personaggio in faccia. Questi sorrise, e rispose allo sguardo. Nell'esatto istante in cui i loro occhi si incrociarono, l'ateo rivide in quelli dell'altro tutto ciò che aveva visto in vita, tutto ciò che esisteva nel mondo, la natura, l'uomo, tutti gli esseri viventi. Abbassò lo sguardo. La mano dell'essere gli toccò il mento, e fece in modo che l'ateo lo riguardasse. Quando ciò accadde, egli capì che tutto ciò che aveva appena visto era opera di colui che aveva di fronte, che, di rimando, sorrise. A quel punto l'ateo cadde in ginocchio, e tenendo la mano di Dio fra le sue, scoppiò a piangere. Dio gli accarezzò la testa, e, liberandosi la mano, si allontanò, guardandolo per l'ultima volta negli occhi. L'ateo vide ancora tutto il creato, e accasciandosi al non suolo, continuò a piangere. E pianse. E pianse. E pianse. Pianse per l'eternità, perchè quello era il suo inferno.

domenica 8 maggio 2005

New Dawn.


Lui è Ramon. E' stato la star della serata. Un cucciolo dolcissimo che diventerà enorme tra pochi mesi.




Questa è una delle mille foto che ho fatto tornando a casa. La prima alba della nuova stagione, è stata veramente splendida.



Tutti: Ehi Tommy, ma lo sai che gli somigli?


Qualunque cosa passasse, 2005

venerdì 6 maggio 2005

Gioco di Donna


di John Duigan


Con Charlize Theron, Penelope Cruz, Stuart Townsend


Europa, anni '30. Il fantasma della guerra mondiale non è ancora arrivato, ma già il fascismo crea grandi preoccupazioni negli stati "liberi" di Francia e Inghilterra. Preoccupazioni che coinvolgono anche Guy (Stuart Townsend), giovane professore inglese innamorato di Gilda (Charlize Theron), che crede fortemente nei suoi ideali e per dimostrarlo è pronto a partire per la Spagna ad aiutare i ribelli della guerra civile. E anche Mia (Penelope Cruz) è disposta ad abbandonare i due amici per prendere servizio come infermiera nei ranghi dei ribelli. Così, dopo quasi un anno di spensieratezza, i due partono lasciando Gilda sola a Parigi, con la guerra ormai alle porte.



Innanzitutto, come sempre bisogna fare il paragone tra i due titoli. "Head In the Clouds" per gli americani, "Gioco di Donna" per noi. Il titolo in inglese fa perno sullo spirito di Gilda, molto "leggera", che considera la politica una perdita di tempo, mentre quello italiano sottolinea la capacità della protagonista di "manipolare" le persone, accennando anche al suo segreto. Quindi, anche se totalmente diversi, per questa volta i titoli sono entrambi azzeccati. Ma c'è una pecca enorme, che dimostra come le strategie di marketing siano talmente tanto terra terra da insultare la sensibilità delle persone. Il trailer. Dal trailer si capisce che questo film è la storia bollente tra due lesbicone supergnocche, tanto che sembra quasi dire "Portatevi i fazzoletti al cinema, e non per piangere." Ma che schifo. Il film, questo è vero, fa capire che le due donne erano amanti, ma lo accenna, lo butta lì, su un piano secondario. E le scene di sesso della Theron con Townsend (suo compagno anche nella realtà), anche se sono piene zeppe di carica erotica, servono pur sempre a dimostrare come lei sia una donna libera da ogni inibizione, pienamente integrata nella bella vita parigina degli anni '30,  ma fuori luogo considerato lo scenario che di lì a poco si verrà a formare.



La leggiadra e leggera bionda di cui nessuno può fare a meno è lei stessa dipendente da tutto ciò che da lei dipende. La zoppa spagnola che desidera una rivalsa umanitaria dentro alla quale si nasconde un minuscolo desiderio di vendetta. Il banale inglese ossessionato dalla libertà, innamorato disposto a tutto, anche a ricordare l'amore lontano servendosi di chi prova lo stesso sentimento per la stessa persona. E di contorno la guerra, il nazionalismo francese, gli anni 30 e i facili costumi, il nazismo, la strana, inusuale umanità dei soldati della svastica, la chanson francese.


Insomma, questo GIoco di Donna mi è piaciuto molto, l'ho trovato molto più profondo di quanto una trama un po' banale riesca a dimostrare, unico punto debole di un film dove tutto il resto è praticamente perfetto.


Charlize Theron divina e  Penelope Cruz ancora troppo "Italia" ma splendida anche lei. Lo consiglio vivamente, e se proprio volete solo vedere un po' di gnocca, guardatelo lo stesso che alcune scene sono al limite dell'erezione.



Julian (scoprendo Gilda e Guy nudi sul tavolo da biliardo) : Ma, Gilda, cosa hai sotto quel telo?


Gilda: Beh, tesoro, siccome è il tuo compleanno per festeggiare mi sono messa il vestito della festa...


Gioco di Donna, 2004

Sonnambulismo

Dopo circa 2 settimane di assenza sono finalmente tornato a lezione, notando che non è cambiato più o meno nulla. Ci sono le date degli appelli dei prossimi esami e non posso lamentarmi, sono ben organizzati. Studiando seriamente dovrei riuscire a  rispettare il progetto. Certo, se continuo a scrivere invece di prendere appunti durante le ore di anatomia me la sogno la vacanza quest'estate...


E a proposito di lezione, qualche settimana fa parlavo dei laboratori di Istologia applicata, e non mi ricordo se accennavo al fatto che non ero presente sulla lista degli iscritti. Beh, mi ero più e più volte lamentato della cosa con la prof, e martedì mattina ho scoperto il motivo di tale mancanza. Non mi ero iscritto a quell'esame, ma a "Bioinformatica, genomica e postgenomica", una roba stranissima fatta dalla nevrotica prof di biologia, basato sulla mappa del genoma e i vari database di internet. Carino, sempre meglio dei vetrini. Anche se meno utile, lo ammetto. A lezione siamo (anzi eravamo, ne abbiamo fatte 4 e finita lì) in 8. Di cui 5 di medicina. Insomma peggio del liceo. Però la prof è più simpatica e rilassata, si nota che questo è il suo ambiente e non quello della biologia cellulare (anche se sono collegate). Comunque più ci penso e più mi convinco di essere un coglione. Ma come si fa a dimenticarsi di essersi iscritto ad un esame invece che ad un altro??


Oggi ho finalmente rivisto mtc, sono andato da lei appena tornato da ferrara, nel primo pomeriggio, dopo 4 pesantissime lezioni di anatomia, che come sempre hanno offerto scene comiche di bassissimo livello ma efficacissime. Comunque, ho mangiato una pizza da mtc (terribile, rimpiango l'ortolana) e poi siamo andati al cinema a vedere "Gioco di Donna". Splendido, a breve il commentino di rito. Ora non ho particolarmente sonno e credo che passerò sul pc il racconto che ho scritto durante anatomia. Magari se mi gira lo metto anche qui, non so. Per il momento, Buonanotte.


P.s.


ah, dimenticavo, il sonnambulismo. Mia sorella vagava per casa ad occhi chiusi quando sono entrato. E considerato il fatto che Via del pratello è completamente al buio, mi sono veramente cagato addosso.


Prof. Neri: Si, con un operazione chirurgica si mette a posto.


Io: Si, me lo immagino il chirurgo con i guanti sporchi di olio che chiede all'infermiera "Mi passi il cric?"


Antonio: E magari le chiede: "Ha rinnovato il tagliando?"


Io: Facciamo una revisione completa, vuole anche la convergenza?


Antonio: Ahi ahi, non ha rinnovato l'assicurazione!


Lezione di Anatomia, Battute a raffica di basso livello. 5 maggio 2005 (05-05-05 :D)