martedì 26 febbraio 2013

L'Invasione delle Ultrapalle [Elezioni 2013]




Ricapitolando. 
Berlusconi ha perso. 
Tutta la destra non moderata ha perso. 
Monti ha perso. Fini e Casini hanno perso. 
Il centro, ha perso.
Bersani ha vinto, ma in realtà ha perso. 
Tutta la sinistra ha perso. 
Vendola e Ingroia, 
Di Pietro e Giannino, non sono pervenuti.





Ha vinto Grillo.
Primo partito.




Per festeggiare, invece di restituire l'IMU, farà arrivare nelle case degli italiani una busta contenente una biowashball.
Che farebbe anche comodo visto che tra poco non potremo più permetterci di comprare il detersivo.
Peccato che non funzioni.
Che sia una boiata colossale, e che lavare i panni con essa è la stessa cosa che lavarli solo con acqua.

Ma a Beppe Cristo (cit.) la cosa non interessa. 
Non è vero, la biowashball funziona.
Possiamo usarla, per ripulire tutto lo schifo sui nostri vestiti. E non ha bisogno di nulla, solo di essere ricaricata al sole per un paio d'ore.

Scriveva nel 2008:

"Hanno mobilitato la Rai, la rivista il Salvagente targata Coop (la Coop che ama i detersivi)... La società che la distribuisce in tutto il mondo in milioni di esemplari non ha processi in corso e in nessuno Stato dove è venduta la Biowashball (*) è stato chiesto il ritiro del prodotto... Io l'ho provata. La mia famiglia usa Biowashball da due mesi e anche le famiglie di alcuni miei amici. Per noi funziona... In Rete ci sono centinaia di testimonianze di utenti italiani soddisfatti. Dopo questa reazione dei media credo che sia ora di iniziare una battaglia contro i detersivi, uno degli strumenti di distruzione del pianeta, usati spesso senza necessità e quasi sempre in eccesso. Una battaglia difficile perché hanno i media (finanziati dalla loro pubblicità) come alleati."


È ora di iniziare una BATTAGLIA contro i detersivi.
Dobbiamo mandarli TUTTI A CASA!
LADRI! Distruttori di pianeti!
COLLUSI con i media!
Basta FINANZIAMENTI ai media!
ENTREREMO IN LAVANDERIA E RIPULIREMO TUTTO!
Senza detersivi!
Siamo un esercito di biowashball!
Siamo moderni!
Siamo il nuovo che avanza!
Taglieremo i costi di manutenzione!
E restituiremo il 75% dei raggi di sole in forza pulente!

Basta con questa casta di detersivi, basta con gli Smacchiatori, l'ammorbidente Fascio Azzuro e il Montino Bianco!

Non abbiamo bisogno di loro per guidare la lavanderia verso una nuova era più pulita, sana e gestita dal popolo!

Come dite?
Le macchie di cioccolato, di sugo, di olio motore, di spread? 
Troveremo un modo per sconfiggere anche quelle, ma prima dobbiamo uscire dalla lavanderia a gettoni del quartiere e tornare nelle nostre case, nelle nostre cantine, dove ci sono le nostre lavanderie che funzionano SOLO CON I NOSTRI GETTONI!
Basta con questo servilismo verso le compagnie straniere!


Urlate con me, VAFFANCULO!

VAFFANCULO

Ai detersivi vecchi, antiquati, che puzzano come l'armadio di mia nonna!

Ai giornali, le televisioni, che pubblicizzano queste marche in cambio di finanziamenti!

A coloro che comprano quei detersivi, mafiosi e collusi come loro!



Ma gliela faremo vedere!
Entreremo in lavanderia e gliela faremo vedere!

E l'hanno fatto.

Centinaia di biowashball sono ora in lavanderia, e non hanno alcun potere pulente.
Sono solo lì, a fare colore.
A urlare qualche vaffanculo.

Nel frattempo, 
Lo smacchiatore ammette di avere ancora problemi con le macchie di giaguaro, e c'è chi vocifera che la nuova formula Renzyn, bocciata poco prima di finire sul mercato, sarebbe stata più efficace. 
Il Montino Bianco, prodotto dell'alta borghesia, efficace ma molto costoso, viene acquistato solo dalle tate filippine su ordine di tutte le contesse Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare dello Stivale.
Gli altri, dal bizzarro sapone di Marsiglia "Fare", recentemente travolto da uno scandalo, al detersivo guatemalteco equo e solidale "Revolution", passando da "Vendol", il detersivo arcobaleno, fino a tutti i prodotti normalmente posti alle estreme destre e sinistre degli scaffali dei supermercati, lì giacciono, in attesa di essere acquistati, prima o poi, o rivenduti a qualche discount albanese.

E poi.
E poi, c'è lui.
Prodotto dell'anno 1994, 2001, 2005 e 2008.

È l'arma segreta di tutte le massaie italiane, sul mercato da 20 anni, eppure nessuno ammette mai di averlo comprato.
Poi, magari capita che invitano qualcuno a casa, e durante la cena un ospite torna dal bagno con il flacone in mano.
  •  E questo?
  • Oh, sai, l'ho comprato una volta, così per provare, anni fa.
  • Ah...
Protagonista recentemente di un'aggressiva campagna di marketing, promettendo a tutti i clienti la restituzione dei gettoni usati per lavare  gli indumenti molto unti (detti in gergo IMU), l'ammorbidente Fascio Azzurro resiste, a dimostrazione che gli Italiani non sanno farne a meno.

E il problema è quello.

Perché va bene, possiamo usare quante biowash balls volete, per mandare a casa questi vecchi detersivi corrotti. 
Ma l'ammorbidente, quello sta sempre lì, la sua clientela non lo mollerebbe per niente al mondo.

E purtroppo, la biowash ball non è una risposta efficace a chi vuole che il suo bucato sia soffice e profumato, e magari esentasse.

Nessun prodotto lo è.


Godetevi il posto in lavanderia, biowashballs, finché dura. 
Mi auguro solo che riusciate a resistere alla tentazione di usare qualche goccia di ammorbidente.

domenica 17 febbraio 2013

Gradisce una mentina? [Sanremo 2013]








Sanremo è quella cosa che, dopo averti ipnotizzato per quasi 20 ore, durante le quali hai anche la sensazione di divertirti, ti riporta alla realtà nel modo più brusco possibile facendoti immediatamente rimpiangere di non aver passato quel tempo a contare le macchie di calcare sulla parete della doccia. 



Subito dopo, con sguardo fisso nel vuoto, memore del Corvo di Edgar Allan Poe, ripeti come un mantra le stesse parole:

"Mai più".

Nel mio caso, dura poco. Come con le sigarette, nel momento esatto in cui dico "Ho smesso di fumare" so benissimo che di lì a poco ne avrò già accesa una. 

Così, mi sono rassegnato all'idea di non riuscire a fare a meno del Festival di Sanremo, probabilmente a causa del fascino che esercita su di me il nazionalpopolare. Poi, un festival di Sanremo in periodo elettorale? 
Dai, non si può non guardare.


E quindi l'ho guardato.

E mi è piaciuto. Ma davvero. 

Anche dopo aver avuto l'ennesima dimostrazione che Sanremo è Sanremo, momento arrivato quando hanno annunciato l'approdo in finalissima di Modà e Mengoni, ho mantenuto la convinzione di aver visto, con ogni probabilità, il miglior Festival degli ultimi anni, e probabilmente il miglior show che la televisione italiana può offrire, oggi. E si, questo fa un po' tristezza, ma neanche tanto.

In queste cinque serate, abbiamo avuto i classici momenti alla Sanremo, con i conduttori imbarazzati, le battute da silenzio glaciale, le marchettate per i "grandi" show della Rai, le comparsate di personaggi che ormai esistono solo per questi 5 giorni dell'anno, i vari Baudo, Al Bano, e compagnia. Abbiamo avuto le contestazioni del pubblico, le proteste dell'orchestra, le fighe spaziali intelligenti come un mocio, le profonde interviste con gli ex-atleti che per qualche motivo a Sanremo diventano illuminati maestri di saggezza, e, soprattutto, quei preziosi, indimenticabili momenti WTF che possono avere luogo solo sul palco dell'Ariston, quei momenti che ti fanno cadere la mascella mentre cerchi di dire "Non ci posso credere che questa cosa sia davvero successa". 

Nello specifico, quest'edizione ci ha regalato 3 grandi momenti WTF.

Al Terzo Posto, Maurizio Crozza, letteralmente ammutolito dalle contestazioni del sempre simpatico pubblico dell'Ariston, rischia di morire di secchezza delle fauci. 

Al Secondo Posto, la sapiente scelta di regia autori, che immediatamente dopo lo svelamento della statua di Mike Bongiorno, piazzata in quello che sembra essere un vicolo malfamato della città, mentre la banda sta ancora suonando e la famiglia sta ancora accarezzando l'effige, decidono di staccare su Luciana Littizzetto che è stata appena molestata da Rocco Siffredi, il quale si scusa di essere "un po' rigido".


Ma al primo posto, senza ombra di dubbio, uno dei momenti più incredibili della televisione italiana.


Signore e Signori,
Toto Cutugno, che negli anni si è trasformato in Diego Armando Maradona, canta "L'Italiano" accompagnato dal coro dell'Armata Russa, vestita come la Guardia di   Finanza, cosa che crea un curioso parallelismo con la storia tra l'amato calciatore argentino e il fisco. 

Purtroppo, il pessimo video in questione non fa vedere l'intervista immediatamente successiva, in cui Toto, candidamente, confessa di sentire la mancanza della cara vecchia Unione Sovietica.


E non è finita. Fuori gara, ma solo perché è un evento avvenuto purtroppo fuori dal teatro Ariston, una menzione speciale va allo spot di Coconuda di Anna Tatangelo, mandato a nastro ad ogni stacco pubblicitario, e che rappresenta... non lo so cosa rappresenta, ma è bellissimo lo stesso. 


Occhio perocchio. 



Dente perdente.


Ma scusate, non dicevo più su che questo è stato il miglior festival degli ultimi 150 Anni?

Vero. E Il merito è della musica, principalmente. Mai come quest'anno, le canzoni in gara sono state quasi tutte piacevoli, ascoltabili, cantate da gente che realmente vende dischi, senza cariatidi, senza cose letteralmente disgustose ma anzi, con alcune perle che io personalmente ricorderò per molto tempo.

Su tutte, A Bocca Chiusa di Daniele Silvestri è un brano splendido, toccante, polemico, serio, accompagnato da un'esibizione originale di Silvestri e Renato vicini, interprete della lingua dei segni. Ma ancora, le ballate di Gazzé e Cristicchi, il "vanonismo" di Malika Ayane, lo stile di Raphael Gualazzi (la sua versione di Luce di Elisa nella serata sanremostory è stupefacente), la classe (ma soprattutto le gambe) di Simona Molinari, la soprendente Annalisa Scarrone che, nonostante sia un'Amica di Maria de Filippi, si pone almeno un migliaio di spanne sopra i vari Valerio Scanu, Emma Marrone, Alessandra Amoroso e Marco Carta. 



E ovviamente gli Elio e le Storie Tese.

Io sono il primo a cantare a squarciagola Cara ti Amo nei momenti più impensabili (chiedere ai presenti al concerto dei Radiohead all'Arena di Milano nel 2008), e sono sempre il primo a considerarli dei geni per tutto quello che hanno fatto in questi anni. Ma ormai, da qualche tempo, si tende a definirli "geni" a prescindere, gli basta dire qualsiasi cagata, fare qualsiasi comparsata, e subito tutti a dire "eeeh, gli eelst".

Però, diciamocelo, la canzone mononota è una boiata. È arrangiata da Dio, un'orchestrazione stupefacente, ma sul serio, meritava il premio della critica? E no, dai. 

Cazzo, io lo so che il Festival sta sulle palle a un sacco di gente, lo so, che per partito preso si finisce sempre a dire che tanto è la solita merda, che tanto nessuno ci capisce un cazzo, che la realtà è diversa, che la musica che promuove fa schifo eccetera. Ed è vero, in parte. 

A Sanremo vincono sempre quei cantanti che portano la canzone sentimentalona, o gli idoli delle ragazzine, o gli idoli delle ragazzine che portano la canzone sentimentalona. Vincono sempre i cantanti amati dal popolo del televoto. Vero. E però.

E però allora io mi incazzo perché trovo francamente stupido, da parte di tutta la cerchia di intellettualoidi di cui faccio purtroppo parte anche io, decidere di opporre alla Corazzata Potemkin degli Amici di Maria de Filippi con l'X Factor l'unico gruppo che non ha nessun vero interesse nel promuovere la musica italiana, che è lì solo per divertirsi, per prendere per il culo, per dissacrare, per mostrare di essere superiori e potersi esibire con un complicato esercizio di stile. 

Non è giusto, perché quest'anno di musica valida ce n'era eccome. Non vi fa tristezza pensare che Silvestri ha avuto più successo con "La Paranza", qualche anno fa, che con la canzone di quest'anno? 

Perché abbiamo deciso che a Sanremo l'unico modo per sconfiggere i Modà e compagnia è quello di mandare tutto a puttane, ridere e scherzare, dissacrare, che tanto la musica italiana fa schifo e non c'è più nulla da salvare?

Perché abbiamo deciso che deve essere un gruppo di giullari ad ergersi a baluardo della buona musica italiana?

E siamo tutti lì, a cascarci come dei fessi, davanti ai travestimenti, a fare a gara a chi coglie per primo la citazione, il giro di chitarra, l'espressione sbeffeggiante davanti ad un doppio senso. A fare quelli che sanno, che capiscono, a dire "geni, geni". 

Ma geni un cazzo.

Ieri, davanti ai nomi dei tre finalisti, Modà, Mengoni e Elio e Le Storie Tese, ho avuto una triste visione di quello che, con fare snob, definiamo "paese reale".

Da un lato i Modà. Urla scomposte, testo strappalacrime, banalità come se piovessero, e alle spalle migliaia di giovani elettori pronti a televotarli fino alla morte, e un solido staff pronto ad acquistare quella decina di call center per assicurarsi la vittoria.

Dall'altro, Elio e le Storie Tese. Con la loro ironia, la loro voglia di andare controcorrente, di smuovere il sistema, attraverso la burla, la presa in giro, la dimostrazione di essere superiori a tutti, perché loro si, che sanno, e alle spalle migliaia di elettori non più tanto giovani, che annuiscono con convinzione, facendo finta di aver capito.

E in mezzo, Mengoni. Giovane di belle speranze, voce in grado di fare qualsiasi cosa, presenza scenica notevole, canzone che più sanremese non si può, ma che almeno è arrangiata in modo decente ed interpretata con stile e capacità. Alle spalle, migliaia di giovani e non più giovani elettori, che si dividono tra chi lo voterà fino alla morte, e chi spera che un giorno canterà delle canzoni migliori perché sarebbe in grado di farlo, e chi dice che tutto sommato non è poi così male.

Veder vincere i Modá confermerebbe che Sanremo è Sanremo, che alla fine vince sempre la solita merda, che alla fine il problema dell'Italia sono gli italiani e Berlusconi alla fine sarà di nuovo il leader del partito più votato d'Italia. 


Ma veder vincere Elio vorrebbe dire che a nessuno gliene frega più un cazzo, che tanto vale vincano loro che sono geniali e divertenti e dissacranti, che tanto chi se l'incula la musica italiana se siamo in grado di fare qualsiasi cosa con uno strumento per il puro gusto di farlo. Vorrebbe che alla fine possiamo mandare tutto a puttane perché non ce più nulla da salvare, vorrebbe dire che il papa fa bene a dimettersi e che alla fine, Grillo al governo ce lo meritiamo.



Ma alla fine ha vinto Mengoni. Ha vinto uno che tutto sommato non è poi tanto male, che ha le capacità ed è fedele in qualche modo alla musica italiana. 



Certo, non è Battisti né De André, ma pure Bersani non è mica Berlinguer.



lunedì 11 febbraio 2013

Non si può dire che la Chiesa Cattolica non sappia fare degli ottimi vol au vent.




Benedetto XVI si è dimesso.

Ha deciso, con un annuncio più o meno improvviso, di rinunciare.
Discutendone seriamente, davvero vuole farci credere che si dimette perché è vecchio e stanco? Certo, Giovanni Paolo II faceva tristezza negli ultimi anni del suo pontificato, ma non mi sembra che Ratzinger fosse in quelle condizioni. Allora potremmo trovare, sulla stessa linea, delle motivazioni legate a stress e pressioni varie. L'opinione pubblica lo massacra spesso e volentieri, ed è stato sommerso dagli scandali delle banche, e Vatileaks, e il complotto per ucciderlo, che forse era vero, forse no, chi lo sa. 
Ma allora, accettando queste ipotesi, ci troviamo di fronte a due possibilità. 
La prima ci obbliga a vedere l'ex Papa come un uomo che non ha saputo reggere alle pressioni, non ha avuto la forza di affrontare le difficoltà, un debole che ricorda quel fragile mentecatto del cardinale Melville interpretato da Michel Piccoli nel film Habemus Papam di Moretti. 


Un papa che non ha la forza per affrontare le difficoltà, che non trova, nella fede e nella speranza religiosa, le risorse per tirare avanti, è un pessimo papa. Pessimo. 

E quasi nessuno lo ha mai definito tale, soprattutto nessuno ha mai osato pensare che la sua fede non fosse incrollabile, perché, onestamente, che ne resta della Chiesa Cattolica se neanche il Papa ci crede più?

Allora vediamo la seconda possibilità. Il complotto era vero, nelle lettere c'era qualcosa di molto molto scomodo che sta per essere scoperto, ci sono in gioco l'intero futuro della Chiesa e la sua vita. 
Qualcuno lo ha costretto a dimettersi, per il bene maggiore, o perché, in questo modo, non sarebbe stato ucciso.


Bello, già vedo Dan Brown farsi un segone a quattro mani.


Però, seriamente, Ratzinger un Papa scomodo? Non mi sembra francamente un progressista, un rinnovatore, un rischio per lo status quo al punto da pianificare un omicidio. Quello di prima, forse, era scomodo. Ma lui no. Allora cosa, ha pestato un merdone colossale di cui ancora nessuno si è accorto? Anche questo, improbabile.

Cosa resta? Resta quello che ha detto lui, che va bene lo spirito ma anche il fisico conta. Si sa, stare in piedi un'oretta mentre si proclamano frasi in latino dal davanzale è molto faticoso. No, sul serio, è faticoso, fare il Papa. Però così il mio pensiero torna a Moretti, e al pessimo Papa di cui sopra.

E visto che non mi piace pensare ad un uomo di fede che non sa aggrappassi ad essa per proseguire con la sua opera, allora voglio credere all'ultima ipotesi.


Ieri notte, mentre si infilava sotto le pesanti coperte di velluto rosso, Ratzinger era turbato, preoccupato. Pensava al Vescovo Georg, che da più di due mesi non era più il suo segretario particolare.
Era difficile, passare le giornate senza di lui, senza i suoi occhi azzurri e quel sorriso rassicurante. 
Spesso, quando qualcosa gli pesava sul cuore, andava da lui, e si lasciavano andare in lunghe chiacchierate, parlando di Teologia, sociologia, filosofia. Era facile, passare le giornate con lui. Lo aiutava a ragionare, a capire. A trovare la forza.



Si era confidato con Georg poche ore prima, al telefono, prima di ritirarsi nelle sue stanze. L'argomento di discussione era sempre lo stesso. Era cominciato tutto quando uno dei consiglieri, porgendogli un iPad, gli disse che c'era un modo ancora più immediato, per parlare a milioni di persone, tutti i giorni, a tutte le ore.

Gli era piaciuta, l'idea. Aveva sempre sofferto, e molto, la sua mancanza di carisma, la sua incapacità di comunicazione, il suo fascino non pervenuto. Quando poi venne eletto Papa, i confronti con il polacco erano impietosi.
Magari Twitter lo avrebbe reso più simpatico. Più giovane. Moderno.


E invece.

Una valanga di merda.
Letame.
Ingiurie.
Bestemmie.
E soprattutto, sfottò.
Tanti sfottò.
#faiunadomandalpapa.


Perché, Georg, mi fanno questo?
Perché questa ironia?
Da quando la fede è diventata barzelletta?
Nessuno rispetta più la Chiesa? Il Papa? Dio?


Perché lui li capiva, gli atei. Li capiva, gli agnostici. È un uomo intelligente. Ciò che non capiva era perché alcuni, ma cosa alcuni, tanti, tantissimi, si prendevano la briga di ridicolizzare lui e tutto ciò in cui credeva.
Questo è ciò che lo rattristava più di tutto. 
Non l'avere perso i fedeli, non la mancanza di moralità, non gli aborti, le procreazioni assistite, gli omosessuali e l'odio razziale.
Ciò che lo sconvolgeva era la totale manca di rispetto. Rispetto per le idee, rispetto per gli altri. La tolleranza. E non si trattava di odio religioso, non era questo. Gli attacchi venivano da chiunque.

Ho perso la fede, gli aveva detto.
Ho perso la fede, Georg!
Santità, non dica così, aveva risposto lui.
Dio è grande, aveva aggiunto.
Si manifesterà a voi e vi aiuterà a rinnovare la fede.
Non è quello, sciocco. Non è quello, rispose il Papa.

La mia fede nel nostro Signore non svanirà mai.
Io, Georg, ho perso la fede nell'umanità.
Io accetto le sfide, il confronto, le discussioni.
Ma se il confronto sparisce, Georg, cosa ci resta?
Se non possiamo più suscitare negli uomini una riflessione, un pensiero, ma solo una squallida e sciatta ironia, cosa possiamo fare?
Cosa ne è della mia opera?
A cosa serve una guida, se nessuno vuole essere guidato?





"Colui che fece per viltade il gran rifiuto" - Dante Alighieri ne La Divina Commedia, Inferno, III Canto 

venerdì 27 gennaio 2012

Academy Awards 2012, ovvero come cercare di mantenere una coerenza interna

Scrivere è difficile.

Scrivere con regolarità lo è ancora di più.

Scrivere con regolarità su un blog sostanzialmente inutile è dannatamente impossibile.

Tuttavia.

Sono successe un po' di cose in questi giorni.

Tipo.


Sono state annunciate le nomination per gli Academy Awards 2012. Gli Oscars, insomma.
Inutile dire che il 26 Febbraio sarò lì pronto a sciropparmi una serata che in genere è parecchio noiosa, a meno che non la presenti Billy Crystal.
Purtroppo, quest'anno invece è stato scelto Eddie Murphy.
Eddie. Murphy. Un uomo che ha trasformato la gommapiuma in oro. Un uomo che non è più in grado di far ridere da dieci anni.
Ma per fortuna, un uomo è arrivato in soccorso dell'entertainment. Un uomo che è diventato famoso grazie ad un film con protagonisti un nero ed un cinese, Rush Hour. Un uomo che ha diretto un unico film decente nella sua carriera, Red Dragon. Un uomo che ha contribuito ad allungare ulteriormente l'infinita catena di film basati sul Canto di Natale di Dickens, farcito con quella giusta dose di La Vita è Meravigliosa. Un uomo che ha fatto sembrare Nicholas Cage un attore tutto sommato decente.
Ok, basta.
Sto parlando di Brett Ratner. Brett Ratner doveva essere il produttore e regista della serata degli Oscar. Ma ha avuto la splendida idea di dichiarare che fare le prove di uno spettacolo è roba da checche. Lo scandalo è scoppiato immediatamente, e Brett Ratner ha dovuto ritirarsi. Eddie Murphy ha agito di conseguenza, dichiarando che si sarebbe ritirato anche lui, visto il cambio al vertice della produzione. Dopo sei giorni e sette notti di festeggiamenti, l'Academy ha annunciato il nome del presentatore che avrebbe sostituito il Dr. Doolittle e tutti i suoi parenti:


Billy Crystal.


Non potete immaginare la mia gioia. Billy Crystal ha presentato otto volte la serata, l'ultima volta nel 2004. E ricordo quella cerimonia come una delle migliori di sempre. Con una delle aperture più epiche di tutti i tempi, un filmato dove Crystal "reinterpreta" tutti i film candidati al premio come miglior film di quell'anno. La scena tra lui, Jack Nicholson e Diane Keaton tratta dal film "Tutto può succedere" è indimenticabile.


La speranza che Billy riesca a fare uno show degno di quello del 2004 è altissima. Per questo non la perderei per nulla al mondo. L'unico problema è che su SkyUno la diretta sarà trasmessa con il commento di una presentatrice d'eccezione: Simona Ventura.
Forse per quest'anno passo.

Comunque, per la cronaca, vorrei ricopiare la lista di tutti i candidati, ma siccome agli Oscars tendono a premiare anche il Miglior Stagista Muto (cit.) dell'Anno e il Miglior Sandwich al Tonno Offerto dalla Produzione, preferisco evitare e mandarvi a questo link.

Nessuna differenza sostanziale rispetto alla lista dei Golden Globes, ed è abbastanza probabile che i vincitori saranno più o meno gli stessi. The Artist (che ho visto, finalmente) è ovviamente favoritissimo, e il motivo lo sappiamo tutti. Si tratta indubbiamente di un ottimo film, ma ad Hollywood piace quando si fanno cose un po' strane e/o nostalgiche almeno tanto quanto adorano quando le attrici fighe fanno sforzi tremendi per interpretare personaggi brutti. Tre esempi: Charlize Theron in Monster (che è del 2004, tra l'altro, e si vede nel filmato poco più sopra), Nicole Kidman che fa Virginia Woolf col naso posticcio in The Hours, e Hillary Swank in Million Dollar Baby. (Menzione d'onore anche a Natalie Portman in V per Vendetta, che non ha vinto nulla ma la gente ancora ricorda la sua incredibile performance solo perché si era rasata a zero).

Comunque, The Artist si è beccato 10 nominations, ma è stato battuto da Hugo Cabret di Martin Scorsese che ne ha prese 11, tra cui Miglior Film, Miglior Regia e Miglior Sceneggiatura Non Originale.

Pare che in realtà faccia cagare, e Scorsese in genere non ha mai particolare fortuna con gli Oscars. L'unico che ha vinto l'ha preso nel 2007 per The Departed, film in cui ha diretto Matt Damon, attore tutto sommato mediocre che ha però avuto il grande merito di far vincere un Oscar a quel pesce lesso di Ben Affleck, per la miglior sceneggiatura con Will Hunting, e uno degli attori destinati a ricevere un Oscar alla carriera quando avrà ormai 80 anni, Leonardo DiCaprio. Già mi vedo tutti inorriditi davanti alla scena, stupefatti. "Ma come?! Leonardo DiCaprio NON HA MAI VINTO UN OSCAR???"
Esatto. Sarà colpa di Titanic, non so. C'è da dire che lui le ha provate praticamente tutte. Credo sia l'unico attore nella storia del cinema ad aver recitato in una tonnellata di kolossal (e Dio solo sa quanto piacciono i kolossal ad Hollywood) e ad aver ricevuto solo 3 Nomination ( Buon Compleanno Mr. Grape, dove tra l'altro aveva vent'anni, The Aviator, e Blood Diamond).

Quest'anno non è stato neanche nominato.

La dimostrazione che, per gli attori maschi fighi, fare sforzi tremendi e indossare nasi posticci per interpretare personaggi brutti non funziona manco per un cazzo.

 Rehearsals are fore fags.
Brett Ratner, 2012

lunedì 16 gennaio 2012

Golden Globes 2012: La cerimonia

Dopo aver giustamente discusso della cosa più importante, ovvero del Red Carpet, passiamo a parlare della cerimonia.

Devo essere sincero: avevo preso addirittura degli appunti. Questi sono andati persi per sempre perché io, fondamentalmente, sono un pirla. E non bisogna dimenticarlo mai.

Cercherò di riassumere al meglio ciò che è successo, ovvero quasi niente. Il presentatore, Ricky Gervais, ha passato più tempo off stage che sul palco. Il suo monologo iniziale ha regalato qualche perla, ma a parte quello, niente.



Tutti si aspettavano che come al solito lui fosse volgare, offensivo, cattivo, british fino all'osso. Ma invece, boh. Che palle. Io odio Ricky Gervais.
Si è messo a parlare delle cose di cui non poteva parlare. Oh, molto originale. Ed ovviamente, ha praticato lo sport preferito da tutti i comici del mondo da qualche anno a questa parte: prendere per il culo Mel Gibson (già l'anno scorso l'aveva massacrato). Nel farlo, ha forse fatto la battuta migliore del suo show, che tra l'altro io non avevo neanche capito all'inizio:



"And I must not mention Melg Gibson this year. Not his private life, his politics, his recent films, and especially not Jodies Foster's Beaver. I haven't seen it myself. I spoken to a lot of guys here, they haven't seen it either. That doesn't mean it's not any good."
Il gioco di parole sta nel fatto che Mel Gibson ha recitato in un film, con la regia di Jodie Foster, dal titolo The Beaver (Mr. Beaver in italiano). Nello slang americano, beaver è uno dei tanti modi per riferirsi alla figa, come forse alcuni fan di How I met your mother sapranno. Quindi, è una battuta sulla figa di Jodie Foster.

Per il resto, da ricordare anche la sua riflessione sulle differenze tra gli Oscar e i Golden Globes:
"The Golden Globes are to the Oscars what Kim Kardashian is to Kate Middleton. A bit louder, a bit trashier, a bit drunker, and more easily bought."
Letteralmente: "I Golden Globes stanno agli Oscar come Kim Kardashian sta a Kate Middleton. Un po' più chiassosa, trash, ubriaca, e più facile da comprare".

Poi, è praticamente sparito dalla scena lasciando spazio alle premiazioni. Meglio così, anche perché gli attori hanno regalato bei momenti comici. Da ricordare soprattutto il duetto tra WIlliam H. Macy e sua moglie Felicity Huffman per introdurre la categoria che dovevano premiare. Memorabile anche il discorso di ringraziamento di Sofia Vergara a nome di tutto il cast di Modern Family, e l'arrivo del cast di The Artist sul palco per ritirare il premio come miglior film. Il cast è salito al completo, compreso il Jack Russel Uggie, che ha rubato la scena ai colleghi umani salendo sul palco su due zampe e facendo il morto.
Ovviamente, ci sono stati anche dei momenti toccanti. Tutti hanno pianto vedendo Octavia Spencer ritirare il suo premio come miglior attrice per The Help, e ascoltando la storia del regista Michel Hazanavicius su suo padre.
Standing Ovation invece per Meryl Streep, che nonostante abbia vinto il suo ottavo Golden Globe era emozionata come una bambina, e per Sidney Poitier, che, claudicante, è salito sul palco per consegnare il premio alla carriera a Morgan Freeman. Insieme a lui, il premio è stato consegnato da Helen Mirren che ha provato a fare qualche battuta, ma l'attore non sembrava molto divertito. Si è sicuramente molto divertita la platea quando, al termine di una interminabile clip sui dieci milioni di film interpretati da Freeman, è stato mostrato anche questo video:

Morgan Freeman travestito da vampiro che fa il bagno in una bara piena di bolle. Your argument is invalid.


Infine, da segnalare anche il discorso di ringraziamento di Peter Dinklage (ve l'avevo detto che avrebbe vinto), che dedica il premio a Martin Henderson, un nano rimasto paralizzato dopo esser stato vittime di un episodio di dwarf tossing. Che poi, chiamandolo "lancio del nano" sembra quasi gli si dia una dignità come sport legittimo.


Parlando delle altre premiazioni, non ci sono state grosse sorprese. A parte, forse, ma parlo per opinione personale, il Golden Globe vinto da Matt LeBlanc, l'indimenticabile Joey di Friends, per la sua interpretazione di se stesso nella serie "Episodes".

Di seguito tutti i vincitori:

CINEMA


Miglior Film drammatico: Paradiso amaro (The Descentants, in uscita in Italia il 17 Febbraio)

Miglior Attore Protagonista (Drammatico): George Clooney, Paradiso amaro

Miglior Attrice Protagonista (Drammatico): Meryl Streep, The Iron Lady (In uscita il 27 Gennaio)

Miglior Regia: Martin Scorsese, Hugo Cabret (In uscita il 3 Febbraio)

Migliore Commedia o musical: The Artist

Miglior Attore (Commedia): Jean Dujardin, The Artist

Miglior Attrice (Commedia): Michelle Williams, My Week with Marilyn

Miglior Attore non protagonista: Christopher Plummer, Beginners

Miglior Attrice non protagonista: Octavia Spencer, The Help

Miglior Film straniero: Una separazione

Miglior Film d’animazione: Le avventure di Tintin - Il segreto dell’unicorno

Miglior Sceneggiatura: Woody Allen, Midnight in Paris

Miglior Canzone originale: “Masterpiece” (Madonna), W.E.

Miglior Colonna sonora originale: The Artist

TELEVISIONE

Miglior Serie drammatica: Homeland

Miglior Serie comica: Modern Family

Miglior Attore (serie drammatica): Kelsey Grammer, Boss

Miglior Attrice (serie drammatica): Claire Danes, Homeland

Miglior Attore (serie comica): Matt LeBlanc, Episodes

Miglior Attrice (serie comica): Laura Dern, Enlightened

Miglior Mini-serie o film per la TV: Downton Abbey

Miglior Attrice (mini-serie o film per la TV): Kate Winslet, Mildred Pierce

Miglior Attore (mini-serie o film per la TV): Idris Elba, Luther

Miglior Attrice non protagonista: Jessica Lange, American Horror Story

Miglior Attore non protagonista: Peter Dinklage, Game of Thrones

È tutto. Rimane giusto il tempo per controllare le mie previsioni e vedere come sono andate:

Ne ho indovinate 7 su 14 per quanto riguarda il Cinema, e 4 su 11 per quanto riguarda la TV.
Il che è ironico visto che avevo detto di essere più preparato sulla TV che sul cinema.



"I would like to thank Michael Fassbender for taking over the Full Frontal nudity responsability that I had. Well Michael, honestly, do you play golf with your hands behind your back?" 
- George Clooney sulle doti meno apparenti del collega Michael Fassbender, Golden Globes 2012

Le buone tradizioni di una volta, ovvero: il Meglio ed il Peggio dal Red Carpet dei Golden Globes 2012.

Io odio l'America.
Il motivo principale è che è lontana. Ed essendo lontana, accade quello strano fenomeno per cui, quando da loro sono, che so, le quattro del pomeriggio, da noi è l'una di notte. E quindi, tutte le volte che decido di guardare un megashow in diretta, finisco per fare l'alba e poi pentirmi amaramente per tutto il resto della giornata successiva. Ma ehi, è un lavoro sporco e qualcuno lo deve pur fare.

Ma parliamo dei Golden Globes. Tutto è andato più o meno secondo i piani. Il red carpet è stato calcato da decine di star e starlette vestite con abiti che valgono più di tutto ciò che ho nell'armadio, i premi sono stati consegnati e Dio è stato ringraziato più e più volte. Deve essere davvero un genio del cinema questo Dio.

Ma andiamo con ordine. Innanzitutto, il red carpet, ovvero: vediamo come erano vestite le attrici e beiamoci della loro indiscutibile bellezza.
Le ciotoline raccogli bava sono disponibili all'ingresso.

Qui trovate un'ampia gallery con la maggior parte degli arrivi delle star sul tappeto rosso.
Ma se non avete voglia di sciropparvi un centinaio di foto, questo è, secondo me, ciò di cui dovete parlare con le vostre amiche durante il prossimo brunch. A patto di riuscire a far star zitta la vostra attempata amica ninfomane che non vede l'ora di parlare degli ultimi cazzi che ha assaggiato. (semicit.)

Zooey Deschanel.
Che dire. Io, da buon mezzo hipster di stocazzo, amo Zooey Deschanel. È un po' la versione femminile dei Radiohead, nel senso che in genere qualsiasi cosa dica, faccia o scoreggi viene vista dai fan come una figata mostruosa. Questo, solo perché è carina, ha gli occhioni blu ed è stravagantemente sexy.
Lei era in nomination per il suo ruolo nella sit-com "New Girl", creata praticamente a misura per lei. Ma diciamolo, New Girl fa cagare. Non è che puoi fare una sitcom dove la protagonista carina fa riferimenti continui al mondo geek e si comporta in maniera buffa e tenera (in una parola, cute) e pretendere che la gente la guardi. Ehi, aspetta un attimo. Invece si, puoi.

Comunque, lei era davvero splendida.






Vestito a parte, Zooey ha ovviamente messo in mostra il suo lato "strano" decidendo di mettere in tiro anche le sue unghie:














Esatto. Lo smoking dipinto sulle unghie. Questo si che è stile.

Parlando di stile, sembra che la moda di questa edizione siano stati i "cerchietti" portati ad esempio da Michelle Williams e Charlize Theron, e, più in generale, l'argento. Un sacco di attrici erano vestite di argento. Chi se l'è cavata meglio, e chi peggio. A questo proposito, mi tolgo subito il dente dicendo che, secondo me, la peggio vestita in assoluto è stata questa qui:
Lea Michele, una delle tante fighette nel cast di "Glee".










No Comment.




No comment anche riguardo alle meglio vestite, ma solo perché non ho parole per descrivere lo smascellamento. In ordine più o meno casuale, le sei donne che mi hanno tenuto sveglio stanotte. (ehm.)

Charlize Theron, Bérénice Bejo, Natalie Portman e Jessica Alba


Ma la vincitrice della serata per me è Emma Stone. Nominata per il film "The Help", da noi in uscita il 20 Gennaio, questa ragazza di 23 anni pare sia destinata a diventare la nuova big sensation di Hollywood. A patto ovviamente che non faccia la fine di Lindsay Lohan, a cui peraltro somiglia. Ma tanto pare che devastarsi di droga ed alcool non vada più tanto di moda ad Hollywood. Per me, era fantastica. Ma si sa, le rosse...



Comunque, insomma, di figa ce n'era in abbondanza.


domenica 15 gennaio 2012

Golden Globes 2012. Things are getting serious.


Stasera ci sono i Golden Globes. Su SkyUno, in diretta dall'una.
Visto che ormai non ho più una vita normale, penso che li guarderò.

A me vedere i grandi carrozzoni televisivi piace un casino. Non me ne perdo uno, a partire da quelli del nostro amato paese.

Festival di Sanremo? Check.
Miss Italia? Check.
X Factor? Check.
David di Donatello? Check.

Cazzo, guardo persino Miss Italia nel Mondo.

Ovviamente parlando di Oscars, Emmy o Golden Globes il discorso è parecchio diverso. Partendo dal fatto che vengono premiati e celebrati prodotti di cui effettivamente me ne frega qualcosa.

E poi beh, un carrozzone americano è ovviamente un GRANDE carrozzone. Ogni anno le star di Hollywood e della Tv si scannano per essere presenti sul Red Carpet, e si tirano come non mai per apparire favolosi. Il bello è che spesso al Red Carpet si vedono celebrità ormai fallite e cadute nel dimenticatoio, che però stanno lì, facendo finta di niente.
Fanno tanta tenerezza.


Comunque, queste sono solo chiacchere inutili. Parlando della cerimonia di quest'anno, la verità è che non sono molto preparato. In particolare sul versante cinema. Posso dire con orgoglio di aver visto solo 3 dei film nominati (Carnage, Midnight in Paris e Rango).

Per quel che riguarda la tv, invece, ho le idee più chiare, nonostante non abbia ancora cominciato a vedere quello stramaledetto "Breaking Bad" e mi sia fermato alla seconda stagione di 30 Rock. Ma su due categorie, non ho dubbi. Anzi, pretendo che i premi per la miglior serie drammatica e il miglior attore vadano a Game of Thrones e a Peter Dinklage , ovvero l'attore che interpreta Tyrion Lannister nella Serie.
Dai. Come cazzo si fa a non fargli vincere qualsiasi cosa.

Comunque, nonostante tutto, chi sono io per esimermi dal partecipare al TOTONOMINATION?

Ecco di seguito la lista completa dei candidati. In grassetto le mie previsioni.





CINEMA


Jean Dujardin e Bérénice Bejo, protagonisti del film "The Artist"

MIGLIOR FILM (DRAMMATICO)
The Descendants
The Help
Hugo
The Ides of March
Moneyball
War Horse

MIGLIOR FILM (COMMEDIA O MUSICAL)
50/50
The Artist
Bridesmaids
Midnight in Paris
My Week With Marilyn

MIGLIOR REGISTA
Woody Allen
George Clooney
Michel Hazanavicius
Alexander Payne
Martin Scorsese

MIGLIOR SCENEGGIATURA
Michel Hazanavicius, The Artist
Alexander Payne, Nat Faxon and Jim Rash, The Descendants
George Clooney, Grant Heslov and Beau Willimon, The Ides of March
Woody Allen, Midnight in Paris
Aaron Sorkin and Steven Zaillian, Moneyball

MIGLIOR FILM IN LINGUA STRANIERA:
“The Flowers of War”
“In the Land of Blood and Honey”
“The Kid With a Bike”
“A Separation”
“The Skin I Live In”

MIGLIOR ATTRICE (ruolo DRAMMATICO)
Glenn Close, Albert Nobbs
Viola Davis, The Help
Rooney Mara, The Girl With The Dragon Tattoo
Meryl Streep, The Iron Lady
Tilda Swinton, We Need To Talk About Kevin

MIGLIOR ATTORE (ruolo DRAMMATICO)
George Clooney, The Descendants
Leonardo DiCaprio, J. Edgar
Michael Fassbender, Shame
Ryan Gosling, The Ides of March
Brad Pitt, Moneyball

MIGLIOR ATTRICE (ruolo COMMEDIA)
Jodie Foster, Carnage
Charlize Theron, Young Adult
Kristin Wiig, Bridesmaids
Michelle Williams, My Week With Marilyn
Kate Winslet, Carnage

MIGLIOR ATTORE (ruolo COMMEDIA)
Jean Dujardin, The Artist
Brendan Gleeson, The Guard
Joseph Gordon-Levitt, 50/50
Ryan Gosling, Crazy, Stupid, Love
Owen Wilson, Midnight In Paris

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Kenneth Branagh, My Week With Marilyn
Albert Brooks, Drive
Jonah Hill, Moneyball
Viggo Mortensen, A Dangerous Method
Christopher Plummer, Beginners

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
Bérénice Bejo, The Artist
Jessica Chastain,  The Help
Janet McTeer, Albert Nobbs
Octavia Spencer, The Help
Shailene Woodley, The Descendants

MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE
“The Adventures of Tintin”
“Arthur Christmas”
“Cars 2″
“Puss in Boots”
“Rango”

MIGLIOR COLONNA SONORA
Ludovic Bource, “The Artist”
Trent Reznor and Atticus Ross, “The Girl With the Dragon Tattoo”
Howard Shore, “Hugo”
John Williams, “War Horse”
Abel Korzeniowski, “W.E.”

MIGLIOR CANZONE ORIGINALE
“Lay Your Head Down,” “Albert Nobbs”
“Hello Hello,” “Gnomeo and Juliet”
“The Living Proof,” “The Help”
“The Keeper,” “Machine Gun Preacher”
“Masterpiece,” “W.E.”


TELEVISIONE













Gli opening credits di "Game of Thrones"


MIGLIOR SERIE DRAMMATICA
American Horror Story
Boardwalk Empire
Boss
Game of Thrones
Homeland

MIGLIOR ATTORE DRAMMATICO
Steve Buscemi, Boardwalk Empire
Bryan Cranston, Breaking Bad
Kelsey Grammer, Boss
Jeremy Irons, The Borgias
Damian Lewis, Homeland

MIGLIOR ATTRICE DRAMMATICA
Claire Danes, Homeland
Mireille Enos, The Killing
Julianna Margulies, The Good Wife
Madeleine Stowe, Revenge
Callie Thorne, Necessary Roughness

MIGLIOR SERIE COMEDY
New Girl
Enlightened
Episodes
Glee
Modern Family

MIGLIOR ATTORE COMEDY
Alec Baldwin, 30 Rock
David Duchovny, Californication
Johnny Galecki, The Big Bang Theory
Thomas Jane, Hung
Matt LeBlanc, Episodes

MIGLIOR ATTRICE COMEDY
Tina Fey, 30 Rock
Amy Poehler, Parks and Recreation
Laura Dern, Enlightened
Zooey Deschanel, New Girl
Laura Linney, The Big C


MIGLIOR MINIERIE O FILM TV
Cinema Verite
Downton Abbey
The Hour
Mildred Pierce
Too Big to Fail

MIGLIOR ATTORE IN UNA SERIE TV, MINISERIE O FILM TV
Hugh Bonnevile, Downton Abbey
Idris Elba, Luther
William Hurt, Too Big to Fail
Bill Nighy, Page Eight
Dominic West, The Hour

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE TV, MINISERIE O FILM TV
Peter Dinklage, Game of Thrones
Paul Giamatti, Too Big to Fail
Guy Pearce, Mildred Pierce
Tim Robbins, Cinema Verite
Eric Stonestreet, Modern Family

MIGLIOR ATTRICE IN UNA SERIE TV, MINISERIE O FILM TV
Romola Garai, The Hour
Diane Lane, Cinema Verite
Elizabeth McGovern, Downtown Abbey
Emily Watson, Appropriate Adult
Kate Winslet, Mildred Pierce


MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE TV, MINISERIE O FILM TV
Jessica Lange, American Horror Story
Kelly Mac Donald, Boardwalk Empire
Maggie Smith, Downtown Abbey
Sofia Vergara, Modern Family
Evan Rachel Wood, Mildred Pierce


Ecco, è tutto. Che lo spettacolo cominci.




Winter is Coming.
 - Eddard Stark in "Game of Thrones", 2011